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Napoli, nonostante le sue ferite, è città di pace. E da questa città affacciata sul Mediterraneo vorrei si generasse un movimento di speranza e di pace, perché occorre partire dalle città per unire le nazioni. E vorrei anche che questo contagio di riconciliazione fosse fondato su un linguaggio chiaro, compreso da tutti i popoli di tutte le città che su questo mare affacciano i propri timori e le proprie speranze”. E’ l’auspicio dell‘arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, nel corso dell’omelia per la celebrazione di San Gennaro, ed ha aggiunto: “La menzogna comincia dalle parole, soprattutto da quelle ambigue, anestetizzate: i droni sono fucilazioni telecomandate; i “danni collaterali” sono bambini senza volto; una spesa militare che supera scuola e sanità non è sicurezza ma suicidio collettivo, convertiamo gli arsenali in ospedali, gli utili di guerra in borse di studio, i bunker in biblioteche. Questa è l’unica geopolitica evangelica degna del Nome che invochiamo”. Battaglia ha proseguito evidenziando che “il male non è un’idea, è una filiera: ha uffici, contabili, bonus, piani industriali. La guerra non scoppia, si produce, si finanzia, si premia. Ogni bilancio militare che si gonfia come una vela è vento cattivo contro la carne dei poveri. Ogni espansione della spesa per la difesa che supera scuola e sanità non ci rende sicuri: ci rende più soli e più poveri”. 
 
Il grido dei poveri e degli ultimi, il sangue dei bambini e il pianto delle loro madri, dice ai potenti di questa terra, alle istituzioni di questa nostra unione, alla Knesset, ai governi, ad ogni comando militare: fermate la spirale! Cercate giustizia prima dei confini, diritti prima dei recinti, dignità prima dei calcoli. Non si costruisce pace con check-point e interruzioni di vita, ma con diritto eguale, sicurezza reciproca, misericordia politica”. Sono alcune delle parole espresse dall’arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, nel corso dell’omelia per San Gennaro. Un’omelia che a più riprese è stata interrotta dagli applausi dei tantissimi fedeli che affollano il Duomo. “Sorelle e fratelli che sedete nei parlamenti, vi chiedo: come potete scegliere i missili prima del pane? Dove avete smarrito il volto dei vostri fratelli e delle vostre sorelle? – ha proseguito Battaglia – Sorelle e fratelli che operate nella finanza e nei grandi mercati, vi chiedo: come potete esultare quando la guerra si allunga e le azioni della difesa salgono? Non sentite il grido dei vostri fratelli e delle vostre sorelle? Sorelle e fratelli imprenditori e azionari le cui industrie falsificano il Vangelo del lavoro, fondendo aratri in granate, vi chiedo: che ne avete fatto della dignità dei vostri fratelli e delle vostre sorelle?”.
 
Gennaro donaci un coraggio senza teatro e scelte che non fanno notizia ma cambiano la vita. Guarda la Palestina, guarda l’Ucraina, guarda i Sud del mondo: quanti non hanno più lacrime e ci prestano i loro occhi. Fa che la pace non sia uno slogan, ma una pratica, fa che ogni comunità diventi sala d’attesa di resurrezioni, mensa per chi ha fame, porta per chi non ha casa, lingua per chi non sa parlare, compagnia per chi non regge da solo. E qui, nella nostra città, fa che sotto ogni balcone si veda un ragazzo con un libro e non con un’arma; che ogni cortile sia un campo di gioco e non di spaccio; che ogni impresa pulita valga più di qualunque denaro sporco”. E’ la preghiera che l’arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, ha rivolto a San Gennaro concludendo l’omelia. “Se oggi chiediamo un prodigio, fa che sia questo: che si apra in ciascuno un cantiere di pace, una sedia in più a tavola, un’ora in più per educare, un euro in meno per sé e uno in più per chi non può. E quando qualcuno domanderà se il sangue si è sciolto, potremo rispondere: sì, il sangue si è sciolto. Non solo qui, non solo oggi, non solo nell’ampolla, si è sciolto nei cuori”.
 
Nell’omelia per la celebrazione di San Gennaro, l’arcivescovo, cardinale Domenico Battaglia, ha rivolto il suo pensiero anche alle difficoltà della città. “La nostra città è un altare ferito e luminoso – ha affermato – dove il sangue lo conosciamo: quello dei giovani perduti, quello delle vittime innocenti, quello invisibile di chi smette di sognare. La questione meridionale non è un capitolo archiviato, è una pagina che chiede inchiostro nuovo, lavoro, scuola, cura, cultura, e necessita non di amministratori dell’emergenza, ma artigiani di futuro perché la politica, se è degna del suo nome, è un’arte liturgica: mette ordine non per ornare, ma per servire”. L’alto prelato ha rivolto il suo sguardo anche al Paese evidenziando che ci sono “giovani legati al precariato come a una zattera, anziani costretti a scegliere se curarsi o mangiare, famiglie che contano i centesimi come si contano i respiri” e all’Europa affermando che “non si salverà con muri e con rotte ciniche, ma ricordando di essere nata da monasteri e cattedrali”.
 

Un omelia che parla al cuore di ognuno di noi: il messaggio del cardinale Domenico Battaglia per San Gennaro ci esorta non solo all’impegno a fare di più per la pace in Palestina e Ucraina e i sud del mondo ma chiama alla responsabilità Istituzioni, mondo della Finanza, Industria. Tutti sono chiamati a non girarsi dall’altra parte. Come mondo del lavoro non possiamo che condividere e sostenere il suo incoraggiamento a fare di più. Napoli è molto fiera di avere una guida come Don Mimmo”. Così Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania e Napoli in merito all’omelia del cardinale di Napoli per la festa di San Gennaro.

Nessun saluto tra il presidente uscente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali, Roberto Fico. Entrambi hanno partecipato alle celebrazioni per San Gennaro nel Duomo di Napoli. I due sono arrivati in orario diversi: prima Fico e successivamente De Luca e, come da cerimoniale, in Cattedrale sono stati seduti in posti distanti: De Luca tra le autorità nel primo banco sul lato destro dell’altare mentre Fico in seconda fila sul lato sinistro. Nessuna occasione di incontro tra i due nemmeno al termine della celebrazione.

E’ stato un messaggio importante, un messaggio su Gaza, sulla sofferenza che c’è lì, sui bambini sterminati con anche un appello affinché Israele si fermi. E’ un messaggio fondamentale ed è il messaggio che oggi deve restare”. Così il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali, Roberto Fico, ha commentato l’omelia dell’arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, al termine della celebrazione nel Duomo di Napoli per la festività del Santo patrono. Ai giornalisti che chiedevano anche un’opinione sull’altro tema affrontato dal cardinale inerente le difficoltà con cui si scontrano i cittadini quali la mancanza di lavoro, Fico ha risposto: “Il tema del lavoro è una linea d’azione importantissima e fondamentale”.

Le parole del Cardinale Battaglia assumono da Napoli un valore e fungono da monito contro l’indifferenza e il silenzio per i popoli della Palestina e dell’Ucraina. Il Cardinale, nel richiamare alla responsabilità e alla solidarietà testimonia che va combattuta la retorica della sicurezza di fronte a morti innocenti soprattutto di bambini, distruzione e occupazioni. Vanno aperti corridoi umanitari, va fermata la guerra e la Cgil, oggi pomeriggio da Napoli, con il mondo del lavoro che ha aderito allo sciopero generale, le associazioni, i movimenti, i partiti e la società civile, lo rivendicherà in nome della Pace”. Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, commenta l’omelia del Vescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, pronunciata questa mattina in Duomo nel corso delle celebrazioni per San Gennaro in cui ha lanciato un accorato appello ad Israele affinché cessi il fuoco su Gaza. Intanto oggi pomeriggio a piazza del Gesù alle 17:30 la manifestazione regionale promossa dal sindacato nell’ambito della mobilitazione e dello sciopero generale a sostegno della pace in Palestina e delle azioni umanitarie in corso. Intanto arrivano i primi dati sulle adesioni allo sciopero, in particolare nel settore metalmeccanico ed edile, con punte dell’80 e 90 per cento nei primi turni in attesa dei turni centrali e pomeridiani.