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Napoli – Dalle prime ore di questa mattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Verbania, unitamente ai colleghi dei Comandi Provinciali di Napoli, Caserta e Bologna, a conclusione dell’indagine “INCOGNITO”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli e condotta anche con la preziosa collaborazione dei colleghi delle Forze di Polizia Svizzeri e Sloveni, stanno eseguendo 11 misure cautelari emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli nei confronti di altrettanti soggetti italiani, gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione ed all’indebito utilizzo, previa attivazione con metodi fraudolenti, di carte di credito/debito di illecita provenienza.

“Questa indagine ha consentito di far luce su diversi sistemi che ormai vengono utilizzati da diversi gruppi criminali per sottrarre ai cittadini dati sensibili, oltre ai valori economici, considerando che parliamo di diverse centinaia di migliaia di euro”, ha dichiarato Alberto Cicognani, comandante provinciale dei carabinieri di Verbania.

A spiegare i dettagli dell’indagine è stato il Maggiore dei carabinieri di Verbania, Stefano Covolo: “Tutto nasce a marzo 2019, perché mentre stavamo arrestando a Napoli l’autore di una rapina a mano armata in un ufficio postale in provincia di Verbania abbiamo trovato una carta di credito non a lui riconducibile. Quella carta è risultata rubata ed era stata utilizzata in un casinò in Slovenia. Proseguendo nelle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli abbiamo scoperto un’organizzazione basata a Napoli che usava carte di credito rubate ai centri di poste Italiane e mai arrivate ai destinatari. Per attivare le carte servivano dei Pin che l’organizzazione otteneva telefonando ai clienti o alle banche. Si utilizzava anche un’app che si chiama “Incognito”, in grado di modificare il numero di cellulare del mittente. Così i membri dell’organizzazione facevano credere al cliente che la telefonata arrivasse dalla banca. Con le carte attivate si facevano prelievi e acquisti sia all’Italia che all’estero. Le vittime non si accorgevano subito dei prelievi subiti perché i sistemi di sms venivano aggirati. I clienti truffati sono 122, gli episodi oltre 130 e il bottino è di centinaia di migliaia di euro”.