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Il direttore del museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, ha espresso piena solidarietà al collega italo-turco Paolo Giulierini, la cui nomina a direttore del Museo archeologico nazionale di Napoli è stata  annullata dal Tar del Lazio insieme a quella di altri 5 dei 20  scelti nel 2015 dal Ministero dei beni culturali: “Sono sicuro che si troverà una soluzione e credo che, come tante cose in Italia, alla fine si rivelerà essere una tempesta in un bicchiere d’acqua – ha detto Bellenger – Si tratta davvero di una situazione assurda. Esprimo il mio sostegno, la mia amicizia e la mia ammirazione totale. E’ un direttore bravissimo che ha dimostrato un’energia e una passione che non ho visto spesso in questo mestiere, e sono sicuro che tornerà presto a fare il suo lavoro”.

Secondo la sentenza alle selezioni non potevano partecipare cittadini non italiani e i colloqui con i dieci candidati ammessi alla fase finale si sarebbero dovuti svolgere a porte aperte. Il ministero dei beni culturali potrà ricorrere al Consiglio di Stato per impedire che la riforma museale varata da Dario Franceschini e dal governo Renzi vada all’aria. Riflettendo sulla situazione che si è creata con la decisione del Tar del Lazio, il francese Bellenger non esita a definire il tutto molto confuso. “E’ assurdo – spiega – pensare che direttori di musei, medici, professori, direttori d’orchestra, mestieri che richiedono particolari competenze, non possano essere europei. A Chicago, quando ero all’Art Institute, il mio miglior amico dell’epoca era Riccardo Muti, direttore della Chicago Symphony Orchestra. Mi diceva che, lui napoletano e io francese, eravamo i rappresentanti della Magna Grecia in America. Nessuno ha mai pensato di dire che la Symphony Orchestra di Chicago non potesse essere diretta da un italiano. E’ un patriottismo assurdo”. Bellenger ribadisce il suo ottimismo sul ritorno di Giulierini alla guida del Mann: “Sono sicuro che la situazione si risolverà. In Italia c’è gusto per l’agitazione, ma alla fine vince l’intelligenza”, conclude.