Non bastava la caduta rovinosa in provincia di Avellino, 40 corridori circa caduti sull’asfalto viscido, a Napoli si stava ripetendo la scena ma stavolta per la precisa intenzione di una persona che ha tentato di sabotare il gruppo lanciato all’arrivo sul Lungomare. Un momento cruciale per la corsa rosa che stava vivendo il finale della sesta tappa. Nonostante l’annullamento dei distacchi, alla fine c’era da aspettarsi comunque bagarre per segnare il proprio nome nell’albo d’oro della corsa e degli arrivi. Quello non si poteva cancellare e alla fine se l’è portato a casa Groves.
Come detto, però, il rischio di un nuovo capitombolo a una velocità sostenuta è stato corso a causa dei una protesta, fin troppo plateale, inscenata da un uomo che ha prima cercato di invadere l’intera carreggiata di via Cristoforo Colombo con un tubo flessibile e poi si è lanciato verso la quarantina di corridori in lotta per la vittoria con uno striscione, rischiando di essere anche investito.
Il motivo? La protesta per la presenza all’interno della carovana rosa di una squadra che fa riferimento diretto a Israele, la Israel Premier Tech.
Potevano bastare gli striscioni sparsi qua e là lungo il percorso, anche i messaggi pro Palestina che erano presenti specie nel circuito finale. E invece si è deciso di mettere in campo un’azione dimostrativa molto forte e pericolosa, anche per chi ne è stato protagonista.
Un’azione che non poteva passare inosservata, è stata catturata dalle telecamere del giro e soprattutto è stata bloccata dagli agenti della Polizia che hanno evitato il peggio, anche se l’uomo è riuscito ad arrivare a un passo dal codone che stava viaggiando a grande velocità.
Il protagonista di questa iniziativa è stato identificato, si tratta di un 67enne con precedenti di polizia, ed è stato denunciato per lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale.
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