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Napoli – Per il Centro Storico di Napoli esiste una contraddizione, ha spiegato in apertura dei lavori la presidente Elena Coccia: da una parte lo sviluppo turistico ha certamente prodotto risultati positivi, sia in termini di valorizzazione delle strutture che di opportunità occupazionali; dall’altra, il sovraffollamento turistico provoca problemi per il decoro urbano, in termini di raccolta dei rifiuti ma anche di spopolamento di attività commerciali storiche che rischiano di snaturare un’area che ha avuto il riconoscimento di sito Unesco non solo per i suoi beni architettonici, ma anche per le sue peculiarità “identitarie”. Su questo, ha concluso la presidente, occorre avviare un dibattito con tutti i protagonisti istituzionali.

L’assessora de Majo su questi temi ha annunciato un prossimo confronto con gli assessori al Turismo delle medie e grandi città italiane. È necessario infatti agire sulla normativa nazionale per regolamentare efficacemente la “turistificazione” dei centri storici attraverso una diversa disciplina delle cosiddette “locazioni brevi”, uno strumento del tutto legale a disposizione dei proprietari di immobili che tuttavia condiziona non poco la possibilità di un controllo efficace sulle strutture ricettive.

Il presidente della Municipalità 2 Francesco Chirico ha evidenziato la necessità di trovare misure efficaci per disciplinare la presenza di attività ricettizie o di somministrazione nel Centro Storico. In questo senso è importante il lavoro che è stato fatto con i cosiddetti “Piani d’ambito” per regolamentare le occupazioni di suolo pubblico, ed è auspicabile che al più presto le concessioni vengano adeguate alle nuove regole. Chirico ha anche illustrato il lavoro che sta svolgendo la Municipalità per la valorizzazione della torre campanaria della basilica di Santa Chiara. Si tratta di una progetto nato nel 2012 per il quale la Municipalità ha stanziato 70mila euro. La torre appartiene al Fondo per gli Edifici di Culto (Fec) del Ministero degli Interni, ma il giardino sul quale insiste è di proprietà comunale: sono in fase di definizione gli accordi tra Comune e Fec per stabilire un ricavo per l’amministrazione comunale a fronte dell’impegno di realizzare la scala d’accesso e il recupero della facciata della torre.