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Napoli – La storia violata. Nel cuore del centro storico di Napoli, all’interno della chiesa di Santa Caterina a Formiello, ecco che fa capolino un maxi-gazebo a uso e consumo della movida estiva. La grande tensostruttura è ancora in fase di montaggio ma l’intervento sta già facendo molto discutere. E non certo in positivo. Don Carmine Amore, parrocco di frontiera a Porta Capuana, ha infatti pubblicato sul proprio profilo social alcuni scatti che lasciano ben pochi margini di manovra all’immaginazione.    

Durissimo il commento con cui il religioso accompagna le immagini: «Ecco cosa succede quando chi dovrebbe tutelare i beni pubblici concede autorizzazioni a gestire un bene comune. Il chiostro cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello squallidamente coperto con archi di ferro, tralicci e teloni ti plastica. Bene di proprietà della Regione Campania dato in comodato a privati. Sotto tutela artistica con autorizzazioni firmate dal soprintendente ai Beni Artistici Architettonici di Napoli (Luciano Garella, ndr)». Già nel maggio scorso don Amore si era reso protagonista di un’altra clamorosa denuncia. In quella circostanza, infatti, e con tanto di esposto alla Procura delle Repubblica, aveva raccontato come il chiostro venisse usato per attività tutt’altro che culturali: «Venerdì, sabato e domenica – spiegò all’epoca – diventa una discoteca con un suono altissimo che vibra nella campata del chiostro, vibrazioni fortissime che avvengono nella stessa chiesa. Ho notato in questo tempo calcinacci che cadevano e quindi man mano si sono create delle piccole lesioni». Un copione che purtroppo potrebbe presto ripetersi.