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Napoli – In questo periodo di emergenza coronavirus si è prima impegnata a denunciare lo scarso utilizzo degli ospedali modulari, e in special modo quello costruito in tempi record (e costato 7 milioni di euro) all’Ospedale del Mare di Ponticelli. Poi oggi ha esultato per poche ore per la falsa notizia dello scioglimento dell’Asl Napoli 1 Centro. Qualche settimana fa Valeria Ciarambino, capogruppo dei Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale lamentava – per dirla in sintesi- lo scarso utilizzo del Covid Center perché dalla sua inaugurazione, datata 20 aprile, ha ospitato pochi pazienti. Per fortuna, è il caso di dire, al Sud il coronavirus non è esploso e gli ospedali modulari, che dovevano avere posti letto riservati solo alla terapia intensiva, sono già stati riorganizzati per ospitare pazienti positivi al covid-19 e con patologie di base.

Oggi, la stessa Ciarambino festeggia leggendo alcune indiscrezioni sul presunto commissariamento dell’Asl Napoli 1 Centro in merito alle infiltrazioni risalenti a diversi anni fa del clan Contini all’interno dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Infiltrazioni che hanno consentito al clan di gestire il parcheggio del nosocomio, il bar (abusivo) e di ottenere certificati medici compiacenti per le truffe assicurative.

Da oltre un anno lo stesso ospedale, con l’arrivo a capo dell’Asl del manager Ciro Verdoliva, prima commissario per sei mesi ed oggi direttore generale, è stato liberato dalla camorra. Il bar diventerà presto un asilo nido per i dipendenti della struttura e il parcheggio, gratuito, è gestito dalle guardie giurate.

La Ciarambino però festeggia e chiede al governatore Vincenzo De Luca di non ricandidarsi perché “sarebbe un’offesa per i cittadini”. Poi rilancia l’indiscrezione smentita dallo stesso Viminale: “Dopo le nostre denunce, apprendiamo della decisione del ministro degli Interni di decretare lo scioglimento della più grande azienda sanitaria del Mezzogiorno. Una notizia che conferma quanto fossero fondate le nostre accuse, corroborate da atti, esposti, report e denunce e successivamente supportate anche da indagini della magistratura, stando alle quali la criminalità organizzata avrebbe approfittato di una gestione lacunosa per mettere radici nei nostri ospedali e arrivando a controllare assunzioni, turni dei sanitari, opere di edilizia e liste d’attesa. Secondo i magistrati della Dda di Napoli, l’ospedale San Giovanni Bosco sarebbe diventato la “sede sociale” dell’Alleanza di Secondigliano”.

Peccato che lo stesso Viminale, in un lancio d’agenzia di Lapresse, ha fatto tornare tutti con i piedi. In merito a notizie apparse su organi di stampa, fonti del Viminale precisano che nessuna decisione è stata assunta, fino ad ora, dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in merito alla proposta di scioglimento della ASL Napoli 1. E’ ancora in corso al Viminale la fase istruttoria affidata agli uffici competenti. Si segnala peraltro che, a seguito dell’entrata in vigore del decreto legge 18/2020, che ha rimodulato i termini di tutti i procedimenti ex articolo 143 del Testo unico degli enti locali, il ministro dovrà eventualmente formulare la proposta al Consiglio dei Ministri entro il prossimo mese di dicembre”.