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La commemorazione vuole riaffermare il valore della memoria collettiva e il diritto alla dignità di un luogo dove riposano migliaia di napoletani. Domenica 2 novembre alle 16.00, presso il Camposanto dei Colerosi di Cupa Sant’Aniello a Napoli, si terrà la cerimonia di commemorazione dei defunti. A promuoverla diverse associazioni del territorio, da anni impegnate nella tutela e nel decoro del sito storico abbandonato. “Grazie all’impegno costante dei volontari e delle associazioni – spiega una nota -, l’area è oggi libera dai cumuli di rifiuti che per lungo tempo ne avevano compromesso il decoro. Tuttavia, il Camposanto resta ancora in gran parte invaso da erbacce e vegetazione incolta, che ne ostacolano la fruizione e rischiano di favorire il ritorno del degrado”.

I promotori dell’iniziativa affermano che “nonostante le ripetute richieste, le istituzioni competenti – il Comune di Napoli e i Comuni di San Giorgio a Cremano, Portici ed Ercolano, già facenti parte dell’originario consorzio che realizzò il Camposanto nel 1836 – non hanno ancora avviato interventi concreti per la piena riqualificazione del sito”.
Allo storico Cimitero dei Colerosi di Barra, le associazioni chiedono interventi urgenti per la pulizia dell’area, il ripristino degli antichi viali, la realizzazione di una recinzione leggera che consenta la visibilità dall’esterno e l’installazione di panchine e aiuole. Sorto durante l’epidemia di colera del 1836, il Camposanto custodisce le spoglie di migliaia di cittadini di San Giovanni a Teduccio, Barra, San Giorgio a Cremano, Portici ed Ercolano, per lo più appartenenti ai ceti popolari. Tra le personalità qui sepolte si ricordano il fisico Macedonio Melloni (1854) e il pittore tedesco Theodor Martens (1884). Sono tuttora visibili i resti di una quarantina di monumenti funerari tra cippi e tombe.

Alla celebrazione religiosa hanno dato la loro adesione, in rappresentanza delle comunità parrocchiali dei comuni vesuviani dell’antico consorzio: Don Alessandro Mazzoni, Parrocchia San Giovanni Battista – San Giovanni a Teduccio; Don Luigi Tornatore, Chiesa di San Giorgio Martire – San Giorgio a Cremano; Don Francesco Di Gaeta, Parrocchia Ave Gratia Plena – Sant’Anna – Barra; Don Donato Liguori, Parrocchia Santa Maria del Soccorso – San Giovanni a Teduccio; Monsignor Raffaele Galdiero, Santuario di San Ciro – Portici; Don Aniello Gargiulo, Basilica di Santa Maria di Pugliano – Ercolano; Don Gaetano Esposito, Tempio Regina dei Gigli – San Giorgio a Cremano. “L’appuntamento del 2 novembre – sottolinea la nota – rappresenta un momento di raccoglimento e di impegno civile, per mantenere viva la memoria delle vittime delle epidemie ottocentesche e per rinnovare l’appello alla cura di un luogo che è parte integrante della storia e dell’identità della città di Napoli e dei comuni vesuviani”. Ad organizzare la commemorazione: Voce nel Deserto, Comitato Civico San Giovanni a Teduccio, Società Operaia di Mutuo Soccorso – Barra, Barra R-Esiste, Biblioteca “sociale” – La Casa di Francesca – Barra, ACLI San Giovanni a Teduccio – Beni Culturali, Comitato No Inceneritore, Il Mondo che vorrei. “Il Camposanto di Cupa Sant’Aniello – dichiara Enzo Morreale del Comitato Civico San Giovanni – è un luogo di grande valore storico e civile: testimonia la sofferenza di intere comunità travolte dalle epidemie. Eppure, oggi è dimenticato. Il suo stato di degrado offende la memoria delle vittime e la coscienza di chi dovrebbe tutelarle. Ricordare serve a comprendere la nostra storia e a dare senso ai luoghi che la custodiscono”.