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Caivano (Na) – “Mi manchi. Voglio sta cu te core e core. Ti amo assaje assaje”. Questo l’ultimo video pubblicato poche ore fa sui social da Ciro, con gli audio di WhatsApp che si scambiava con la sua Maria Paola. Proprio ieri avrebbero festeggiato i tre anni insieme e pochi giorni fa prima del terribile omicidio su TikTok avevano pubblicato un video sul loro profilo di coppia. Immagini di una coppia come tante altre, gesti d’affetto e la quotidianità di un uomo e una donna prima di essere divisi dall’odio transfobico di una persona a loro vicina.

Una storia terribile che ha scossa non solo Caivano, non solo la Napoli ma l’Italia intera. Un amore distrutto, spazzato via dall’odio, dalla discriminazione, dall’ignoranza. E’ la storia di Maria Paola, 18 anni, e Ciro, 22 anni, e il loro amore transgender, mai accettato dalla famiglia di lei, è finito tragicamente nella notte tra venerdì e sabato nel fosso di una stradina di campagna della vicina Acerra. Maria Paola, in fuga con Ciro sullo scooter, è caduta sbattendo la testa contro una colonnina di cemento che provvede all’irrigazione dei vicini campi agricoli. Un incidente come tanti se non fosse che a determinarlo, è stato il fratello di lei Michele Antonio, 30 anni, al termine di un inseguimento fatto di calci e tentativi di speronamento. Con la sorella a terra esanime l’uomo, in preda a un raptus di violenza, si è scagliato sul suo compagno che era sul selciato prima di rendersi conto delle condizioni in cui versava la sorella. Voleva darle una lezione per un amore a suo dire infetto. Questa la sua giustificazione dinanzi ai carabinieri: “Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata“. E’ finito in cella per omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall’omofobia, trasferito nella Casa Circondariale di Poggioreale in attesa dell’udienza di convalida.

Il post di Ciro su Instagram

“Amore mio…, oggi sono esattamente 3 anni di noi, 3 anni. A prenderci e lasciarsi in continuazione… avevo la mia vita come tu avevi la tua.. ma non abbiamo mai smesso di amarci..”. Sono parole di amore e sofferenza quelle che Ciro Migliore, il fidanzato di Maria Paola Gaglione. “Dopo 3 anni ti stavo vivendo ma la vita mi ha tolto l’amore mio più grande la mia piccola. Non posso accettarlo, perché Dio non ha chiamato me? Perché proprio a te amore mio.. non riesco più a immaginare la mia vita senza te.. non ci riesco”. “Tu mi fai stare bene come non lo sono mai stata. Ho conosciuto la tua fragilità che spesso si usa per colpire, ma io non ti colpirò mai. Non posso fare altro che darti il mio cuore, era rotto e tu sei stato capace di prendere i pezzi e riunirli e mi sei entrato dentro l’anima”. E’ il toccante messaggio che Maria Paola aveva scritto a Ciro, che il ragazzo ha pubblicato nelle sue storie.“Ora il mio cuore è distrutto senza di te amore mio”, il commento di Ciro.

La famiglia di Maria Paola 

Michele era uscito per convincere la sorella Maria Paola a rientrare a casa ma non l’ ha speronata, è stato un incidente”. È la versione dei fatti fornita dalla famiglia di Maria Paola e Michele Gaglione e riportata dal parroco del Parco Verde di Caivano don Maurizio Patriciello. “E’ una famiglia distrutta e che non si da’ pace per una figlia appena maggiorenne. Ma stiamo attenti a dipingerla come una storia di omofobia. Forse non sanno nemmeno cos’è. Quel che e’ vero è che non erano preparati e non vedevano di buon occhio la relazione con Ciro ma so che si stavano abituando all’idea. Tuttavia erano preoccupati perché Maria Paola era andata via di casa a soli 18 anni e temevano per un futuro senza lavoro e più che mai incerto”, riferisce Don Patricello dopo aver portato il suo conforto a Franco e Pina, i genitori di Maria Paola. 

La mamma di Ciro: “I figli si accettano”

Su Facebook, subito dopo la tragedia di Caivano, la mamma di Ciro ha gridato tutto il suo dolore, accusando apertamente Michele Antonio “di aver commesso deliberatamente un omicidio perché non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans. I figli si accettano così come vengono. Paola riposa in pace”.

Le reazioni 

Secondo Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, “quanto accaduto, dimostra quanto siano duri i contesti che da tempo denunciamo con il nostro numero verde Gay Help Line 800 713 713. Per questo serve una legge seria contro l’omotransfobia, che prevenga situazioni di questi tipo e che senza dubbi condanni le dichiarazioni che vedono l’omosessualità come una malattia o qualcosa di inferiore, mentre l’emendamento “Salva Opinioni Omofobe”, voluto da Costa (ex FI) ed approvato dalla maggioranza, renderebbe queste espressioni lecite. Espressioni e pregiudizi per i quali Paola è stata uccisa. Questo emendamento va cambiato e vanno resi certi i supporti per i centri di protezione, da noi richiesto e previsti dalla legge contro l’omotransfobia, che ora la commissione bilancio sembra che li voglia ulteriormente limitare. Chiediamo giustizia per Paola, il colpevole non è solo il fratello, ma anche gli altri familiari che la hanno maltrattata ed hanno consentito quanto accaduto senza proteggerla e senza denunciare”, conclude Marrazzo.