La settima sezione penale del tribunale di Napoli (collegio A, presidente Raffaele Donnarumma) ha inflitto 71 anni e mezzo di carcere a otto imputati al processo celebrato con il rito ordinario scaturito dall’inchiesta sulle presunte estorsioni e sugli appalti condizionati dalla camorra, il clan Cimmino per svolgere lavori negli ospedali dell’area collinare della città. L’accusa, al processo, è stata rappresentata dai pm Celeste Carrano e Henry John Woodcock.
Il giudice ha anche assolto, per non avere commesso il fatto, tre imputati; assoluzioni ma solo da alcuni capi d’accusa, sempre per non avere commesso il fatto, per altri tre imputati.
Il giudice ha condannato alcuni imputati a risarcire gli ospedali, le associazioni consumatori e di vittime della criminalità, la Cgil nazionale e regionale.
La raffica di arresti risale all’ottobre del 2021: 40 le persone, tra boss della camorra e imprenditori, a cui la Polizia di Stato, coordinata dalla Dda, notificò una misura cautelare emessa dal gip.
Le condanne più pesanti, per quasi 290 anni di carcere, si sono avute nel processo celebrato con il rito abbreviato, conclusosi nel dicembre del 2022, che ha visto imputati 33 persone, tra cui il boss Luigi Cimmino, deceduto lo scorso aprile.
Clan e appalti in ospedali a Napoli, condanne per oltre 71 anni

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