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Napoli – L’ombra della camorra torna ad allungarsi sull’ospedale San Giovanni Bosco, ma medici e infermieri respingono con fermezza qualsiasi ipotesi di smantellamento del nosocomio della Doganella: «Chiudere un ospedale anziché punire i reali responsabili dei falsi referti o dei trasporti scellerati dei defunti? Secondo voi è una scelta giusta in un sistema sanitario, come quello partenopeo, cronicamente al collasso? E poi gli operatori “onesti” di questo nosocomio dove verranno smistati? Forse a coprire le carenze estive in altre strutture?».
È una lettera dai contenuti durissimi, quella redatta dai responsabili dell’associazione Nessuno tocchi Ippocrate, che da anni si batte per i diritti degli operatori del 118. Medici e infermieri prendono dunque posizione all’indomani dell’uscita del ministro Giulia Grillo, che ha aveva paventato l’ipotesi di commissariamento per l’ospedale, ritenuto dalla Procura a rischio di infiltrazioni camorristiche: «Con l’eventuale chiusura del San Giovanni Bosco sarà inevitabile il sovraccarico da parte dell’utenza e del 118 del Cardarelli e dell’Ospedale del Mare, quest’ultimo in tal caso rimarrebbe il solo polo psichiatrico per la città di Napoli. La magistratura deve individuare i singoli collusi con la malavita e punirli anziché estirpare una costola della sanità partenopea. Un ospedale in meno in questo periodo farebbe una bella differenza in negativo». Il rischio, insomma, sarebbe quello di innescare una reazione a catena dagli esiti a dir poco nefasti.