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Napoli –  Luigi De Magistris ha confidato che vorrebbe essere ricordato come “il Che Guevara di Napoli“. La sua rivoluzione arancione, intanto, continua più che altro a scatenare polemiche.
 
Alessandra Clemente, la sua erede designata, non è dato sapere a quale personaggio storico ispiri la sua azione politica. Nei giorni scorsi ha rivendicato la leadership di una coalizione anti-draghiana. Ma nel frattempo, molto più terra terra, è chiamata a rispondere a una evidenza che, col passare dei giorni, si fa sempre più impellente: può una candidata a sindaco continuare a ricoprire contemporaneamente anche l’incarico di super assessora al Comune?
 
Gli inviti a dimettersi si moltiplicano. Sui giornali, sui social. In maniera ufficiale da parte dei partiti. Italia Viva, ad esempio, con la sua coordinatrice Graziella Pagano, ha già annunciato che, se non se non sarà lei a risolvere il caso prima, porterà formalmente la questione all’attenzione del prossimo consiglio comunale.
 
E oggi, quasi a dimostrare che la Clemente è ormai accerchiata su questa questione, hanno messo il carico da novanta i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Matteo Brambilla e Marta Matano: “I manifesti dell’assessore Alessandra Clemente sono affissi in ogni dove. E questo ben prima che la sua candidatura sia ufficializzata in una lista depositata che la indichi come candidata sindaco“, hanno fatto notare i due esponenti pentastellati.
 
Incontri elettorali, inaugurazioni ed eventi sono il suo pane quotidiano mentre la sua presenza come amministratrice e l’indirizzo politico sulle deleghe a lei assegnate segnano una assenza straordinaria. Non una risposta su gestione del patrimonio, infrastrutture e viabilità. Rioni periferici abbandonati a se stessi ad affrontare emergenze quotidiane. La Galleria ‘Vittoria’ che dovrà cambiare nome in Galleria ‘Sconfitta’ perché non si sa se e quando verrà riaperta: etica politica e coerenza suggerirebbero di dimettersi per dedicarsi agli impegni elettorali“. Hasta las elecciones siempre.