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Napoli – Nella riunione presieduta da Vincenzo Solombrino con la partecipazione dell’assessora al Lavoro Monica Buonanno e di una rappresentanza dei lavoratori impegnati nelle Attività di Pubblica Utilità per il Comune di Napoli approfondimenti sulle prospettive per i prossimi mesi

Sono giorni di attesa questi per i lavoratori APU (Attività di Pubblica Utilità), una categoria molto ampia formata, in Campania, da 2600 persone, ex percettori di ammortizzatori sociali ed ex percettori di sostegno al reddito impegnati nei progetti finanziati dalla Regione e realizzati all’interno di numerosi comuni. Cento i lavoratori impiegati dal Comune di Napoli che aspettano di conoscere se, dopo l’inizio del nuovo anno, che segnerà la fine del loro rapporto, potranno fare affidamento sulla continuazione delle attività per altri tre o sei mesi, in attesa dell’attuazione della misura del reddito di cittadinanza. Una possibilità oggetto di una proposta al centro degli incontri svoltisi a Roma nei giorni del varo delle norme che entreranno a far parte della legge di bilancio. Una situazione di incertezza che, come ha ribadito anche oggi l’assessora al Lavoro Monica Buonanno, si differenzia da quella di altre categorie, come gli LSU, con le quali condivide, però, l’aspetto della precarietà. Solo con uno sforzo straordinario, di respiro europeo, lo Stato potrebbe rispondere adeguatamente alla domanda di occupazione proveniente da questi lavoratori, avviando un sorta di “piano Marshall” per il lavoro attraverso investimenti pubblici. una  direzione che sembra lontana dalle decisioni finora adottate o annunciate dall’esecutivo. Per questo, al ministro del Lavoro Di Maio è stata inviata in questi giorni una nota con la richiesta che la professionalità dei 100 lavoratori APU impegnati per 6 mesi nelle progettualità del Comune di Napoli non vada dispersa. Ovviamente, si resta in attesa dello sblocco delle assunzioni anche per gli enti in predissesto, ha concluso l’assessora, ma occorre ricordare il principio che l’accesso alla Pubblica Amministrazione avviene attraverso concorsi pubblici. Infine, il tavolo convocato domani in Prefettura proprio sulle questioni che riguardano le categorie di lavoratori precari, al quale parteciperà la Città Metropolitana, fornirà ulteriori tracce di riflessione.

Dopo alcuni interventi di lavoratori presenti, che hanno ribadito l’apprezzamento per le sollecitazioni inviate dal Comune al Governo nazionale a non disperdere il patrimonio di professionalità APU e ribadito la necessità di risposte che assicurino certezza di opportunità lavorative e pongano fine alla distribuzione di fondi a pioggia per la ricollocazione che favoriscono solo le aziende private senza creare lavoro stabile, i consiglieri intervenuti hanno espresso diverse osservazioni. Esposito (Partito Democratico) per rilevare che i lavoratori APU possono vantare un bagaglio di competenze professionali e un’età media intorno ai 50 anni che fornirebbe un apporto positivo alle pubbliche amministrazioni in difficoltà con la carenza di personale. Venanzoni (Partito Democratico) per ricordare che, pur nella condivisione del difficile momento attraversato da questi lavoratori, esistono in Regione misure di politica attiva, come il progetto FILA che tendono alla ricollocazione nel mercato del lavoro. Coccia (Napoli in Comune a Sinistra) per sollecitare l’approvazione del piano strategico della Città Metropolitana che consentirebbe di utilizzare centinaia di milioni di euro bloccati all’indomani della legge Del Rio e sbloccati in virtù di due sentenze della Corte Costituzionale. In questo modo, attraverso proposte progettuali dei Comuni, si potrebbe dare risposta anche alle aspettative di questi lavoratori. Galiero (Napoli in Comune a Sinistra) per ricordare il prezzo altissimo pagato dal territorio a causa della mancanza di investimenti e per chiedere una prospettiva di continuità per questi lavoratori che, allo stato, non possono contare su altre possibilità occupazionali. Bismuto (Dema) per distinguere l’aspetto tecnico da quello politico della vicenda e per sollecitare una posizione chiara del Comune a favore di una proroga della misura in attesa del reddito di cittadinanza.