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L’insurrezione del Consiglio comunale in tempi di Covid-19 avviene per via telematica. Dura da più di quattro ore la videoconferenza – la prima– dei consiglieri comunali di Napoli. Alcuni chiedono di tornare in Aula per intervenire e votare, soprattutto all’indomani dell’annunciato arrivo ai Comuni delle risorse stanziate dal Governo da destinare alle famiglie in gravi difficoltà economiche.

Attaccano il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ma lo fanno quando ormai non è più in linea. Tutto comincia alle tre in punto del pomeriggio. Seduto sul divanetto di una sala giunta deserta, mascherina abbassata sul collo, de Magistris si collega con i consiglieri riuniti in modalità telematica per la Conferenza dei capigruppo. Dal soggiorno di casa sua il presidente del Consiglio comunale, Sandro Fucito si accerta che siano tutti presenti. Ci sono 23 consiglieri collegati. Qualcuno viene subito redarguito perché continua a digitare sulla tastiera del pc disturbando l’audio. Finalmente si comincia, chiedendo tempi stretti di intervento a tutti. Dei giorni scorsi la lettera di Fucito al sindaco.

“So che ci possono essere delle discussioni anche aspre – dice il presidente del Consiglio comunale al sindaco, collegato da Palazzo San Giacomo – ma non dubito che alla radice di tutto ci sia la voglia di un confronto e lo spirito di un impegno collettivo”.  Il primo cittadino prende la parola per primo. “Manca la possibilità di vederci – dice ai consiglieri che compaiono sullo schermo –, questo è uno dei segni tangibili della tragedia sanitaria che stiamo vivendo. Sono assolutamente favorevole a trovare delle modalità, vedremo se magari collegandoci collegialmente tutti o a seconda dei comparti su cui lavorare. Senza dubbio serve un momento di confronto e che sia rapido ed efficace tra l’amministrazione comunale e il Consiglio”.

Dopo la chiusura del Palazzo di via Verdi, in seguito al contagio del consigliere comunale Mario Coppeto, riprendono infatti oggi le attività del Consiglio comunale e in modalità  telematica come stabilito. Il sindaco va via per impegni e subito dopo comincia la discussione con toni sempre più accesi. “Se vanno a lavorare i carabinieri e le commesse, potranno andare a lavorare pure i consiglieri o no? – dice nel suo intervento il consigliere di Italia Viva, Carmine Sgambati -. Richiedere la convocazione del Consiglio non significa esporre a un rischio i consiglieri: significa evitare un rischio ai cittadini”. Precisiamo su questo che il rischio in realtà non è solo per i consiglieri, ma anche per chi frequentano in caso di contagio. Le disposizioni del Governo, precisiamo sempre, vietano  gli assembramenti ed anche a chi svolge un’attività politica, viene chiesto di evitare se non per motivazioni strettamente necessarie.  

“Ricordo che il Parlamento si riunisce anche in tempo di guerra – insiste ancora Sgambati -. E così tutti i consessi istituzionali, specialmente quelli più vicini al popolo. E che facciamo ci fermiamo per il Coronavirus?”. Il consigliere del partito di Matteo Renzi, chiede di “convocare il Consiglio” e che “il sindaco venga in Aula a relazionare” aggiungendo “non dobbiamo morire di Coronavirus, ma nemmeno di fame. E’ una fase di emergenza, ma dura da settimane e andrà avanti a lungo: la democrazia non si mette in quarantena”.  

Una posizione che viene abbracciata da diversi consiglieri comunali. “Subito torniamo in Aula” rimarca a gran voce il consigliere comunale della Lega, Vincenzo Moretto seguito a ruota dal capogruppo Pd, Aniello Esposito e poi dal consigliere Ciro Langella. “Stanno esautorando il Consiglio” tuona il consigliere comunale, Roberta Giova. Prende le distanze il consigliere e presidente della Commissione Ambiente, Marco Gaudini. “Non sta a noi decidere se riunirci in Aula, ma a chi si occupa della sicurezza dei cittadini e della salute – dice -. Quanto accaduto al collega Coppeto dovrebbe averci insegnato qualcosa. D’accordo a dare il nostro contributo e sulla condivisione delle scelte, ma andare in Aula non è la modalità giusta meglio insistere con quella telematica più difficile, ma sicura”. E proprio con Coppeto, infine, durante la videoconferenza i consiglieri si sono anche messi in contatto per dare un saluto al collega, ancora ricoverato in ospedale.