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Siamo a Fuorigrotta e in casa trema tutto, ma stavolta non c’entra il bradisismo. Anche se pure questa storia non è nuova. “Sono 30 anni che facciamo questa lotta” ricorda Mariano Attanasio. È un abitante del Rione Miraglia, a pochi metri dalla Stadio Maradona. Dagli eventi nell’impianto provengono i problemi. Soprattutto, come affermano, se sono concerti. E per i residenti, l’incubo ha una data precisa. “È dagli anni ’90 che lamentiamo queste vibrazioni – spiega Attanasio -, da quando hanno costruito l’impalcatura di ferro”. Cioè la copertura dello stadio, realizzata per i mondiali ’90.  Vibra tutto all’interno delle abitazioni. A titolo esemplificativo, un video mostra quanto accadeva il 7 giugno scorso. L’ambiente è una cucina, e si notano le oscillazioni degli infissi. Quella sera al Maradona era in programma il concerto di Sfera Ebbasta. Lo stesso succedeva ieri, per quello di Marracash.

Sono 12 in tutto a giugno, gli eventi musicali allo stadio. Ma non è l’unico timore, per gli abitanti della zona. Da un po’ di tempo, il Comune di Napoli ha comunicato la volontà di riaprire il terzo anello del Maradona. Lo prevede il masterplan per la riqualificazione dello stadio. E ieri il consiglio comunale ha approvato un emendamento, presentato dal consigliere Nino Simeone, presidente della commissione Infrastrutture. L’atto dà il via alla predisposizione e approvazione del piano di monitoraggio della copertura e del terzo anello. Il settore ospita 10.000 posti a sedere, ed è chiuso da 21 anni. Una decisione adottata a seguito ad una relazione tecnica, firmata dal professor Leonardo Lecce, incaricato allora da Palazzo San Giacomo. Ma nel corso del tempo, si parla di una ventina di perizie confermative. E i guai sono continuati anche in anni recenti. Ossia, col terzo anello chiuso. Come rilevato per i concerti di Ultimo, il 25 e 26 giugno di 3 anni fa. “Nei casi – scrivevano i tecnici dell’Asl Napoli 1 – di rappresentazione di brani musicali effettuati con percussioni e strumenti musicali, aventi tonalità gravi, tipo basso acustico” i risultati dei rilevamenti “sono superiori al previsto limite di 75,0 dB (A)”. Durante “l’esecuzione di tali brani musicali, sono state percepite vibrazioni a livello della pavimentazione ed osservati i movimenti oscillatori degli infissi delle abitazioni”. Per quanto “attiene il limite di immissione, invece, sono stati evidenziati i livelli di rumori superiori al limite assoluto fissato” dal Piano di zonizzazione acustica.

Adesso il terzo anello è ancora chiuso, e ci sono le vibrazioni” osserva il signor Attanasio. Riaprendolo, la paura è “che sia ancora peggio”. Però il residente specifica: “L’evento canoro è ben differente da quello sportivo”. Sulla questione, chi abita qui è ormai ferratissimo. “L’esuberanza del pubblico sportivo – specifica Attanasio – ha, diciamo, una durata temporale breve”. Viceversa per “una canzone ritmata, a parte i volumi alti e le basse frequenze che creano vibrazioni anche loro, l’esuberanza del pubblico dura minuti, se non tutto il brano“. E il supplizio complessivo va avanti “per ore”. La vicenda esiste da decenni, insomma. Ma Attanasio denuncia gli appellli caduti nel vuoto. “Non hanno risposto niente – sostiene -, né sindaco, né l’assessore, mai. Sono mesi che scrivo, non si sono mai preoccupati di darmi una risposta”. Unico riscontro dall’assessorato allo Sport. “Ma solo per dire che non c’entravano” precisa il residente. Al Comune pende anche una richiesta di accesso agli atti. I cittadini vorrebbero leggere il masterplan sullo stadio. “Purtroppo fino ad adesso non mi hanno consegnato niente” sottolinea sconsolato Attanasio. E in ogni caso, se lo studio avesse trovato la soluzione, “che ben venga”. Ma resta scetticismo, “per l’esperienza vissuta”.

Il documento sul restyling, peraltro, ha registrato un singolare scambio di battute. Ad annunciarne il varo è stato l’assessore Edoardo Cosenza, il 2 maggio, pubblicando sui social la copertina. A replicare al post è stato proprio il professor Lecce, antico collega alla facoltà di Ingegneria. “Caro Eduardo, plaudo all’iniziativa – ha premesso -. Non conosco i dettagli , ma non so se sai che mi sono occupato un po’ di anni fa delle problematiche vibratorie del terzo anello, insieme ad analoghe problematiche dello Stadio di San Siro. Non credo che ci siano problemi per il suo utilizzo durante le partite di calcio , ma la situazione può essere critica per gli edifici vicini nel caso di concerti”. Il riferimento è ovviamente alla perizia tecnica del 2004, di cui il docente conserva i rilievi, effettuati durante “un concerto di Vasco Rossi”. Attanasio non dimentica quei giorni, quando “i tecnici scapparono mentre facevano i monitoraggi per come vibrò il fabbricato”. E la relazione di Lecce “confermò questi movimenti abbastanza forti, che non esitò a definire anche pericolosi”. Quella perizia non solo solo determinò la chiusura del terzo anello, ma anche lo stop ai concerti allo stadio, per un lungo periodo. Gli eventi canori però sono ripresi, nel giro di qualche anno. E a soffrire non sono soltanto gli abitanti de Rione Miraglia, tra quelli più esposti. “Il problema è generalizzato” chiarisce Attanasio, indicando vaste aree di Fuorigrotta. Una situazione molto delicata. All’indirizzo del Comune sono partite “istanze cautelative per danno temuto”. Ma nulla si è sbloccato, finora. Ad interessarsi al caso è pure il consigliere Gennaro Esposito, presidente della Commissione Sport. Noto per le battaglie del suo Comitato Vivibilità Cittadina, ritiene che “in questi casi, il faro è la legge ed i diritti costituzionali che non possono essere pregiudicati per qualsivoglia ragione”. In favore dei residenti, in sostanza, ci sarebbe quanto “dice la Costituzione della Repubblica Italiana che, forse, dovremmo invocare più spesso, perché solo così, come diceva Piero Calamandrei, essa vive”.