- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Anche i gestori dei pubblici servizi scenderanno in strada contro il Dpcm varato dal Governo, a Napoli come In numerose altre città d’Italia. Le manifestazioni, che si terranno il 28 ottobre, sono state organizzate da Fipe-Confcommercio. Nella città di Napoli, l’appuntamento è alle 11 davanti a palazzo Santa Lucia, la sede della Giunta della Regione Campania.

Al riguardo, il presidente di Fipe-Confcommercio Campania, Massimo Di Porzio, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato ampiamente che i nostri locali sono sicuri. Manifesteremo il nostro disagio e le nostre difficoltà in una grande manifestazione di Fipe Confcommercio nazionale”.

Di Porzio ha sottolineato l’enormi difficoltà che stanno vivendo i gestori di pubblici servizi: “Non ce la facciamo a sostenere economicamente, finanziariamente e moralmente uno nuovo blocco delle attività dei pubblici esercizi, già duramente colpiti dalla crisi economica e non vogliamo essere i capri espiatori dell’incapacità della politica di gestire la pandemia”.

Il presidente di Fipe-Confcommercio Campania ha poi lanciato un avvertimento alle istituzioni campane: “Se ci sarà tale blocco annunciato dal presidente De luca delle attività, bloccheremo tutti i pagamenti, tasse, contributi, fitti, utenze, fornitori e stipendi in attesa di conoscere quale sarà il piano economico di sostegno della Regione Campania e del Governo centrale, pronti a riprenderli nel momento in cui si materializzeranno tali aiuti”, conclude Di Porzio come riporta Adnkronos.

Troppo dure da rispettare le condizioni imposte da governo che “stanno mettendo definitivamente in ginocchio i pubblici servizi” come invece dichiara Fipe-Confcommercio Italia: “Comprendiamo l’emergenza sanitaria e la gravità del momento, ma è impensabile che l’unica ricetta proposta per contrastare la pandemia sia quella di chiudere tutto o di generare una psicosi di massa – sottolinea la Fipe – Coniugare sicurezza e lavoro è possibile e deve essere l’obiettivo principale del governo e della politica tutta”.

Pur nell’eccezionalità del periodo storico, un nuovo stop taglierebbe le gambe a molti imprenditori, soprattutto in assenza di aiuti economici adeguati alla gravità della situazione.

Sicuramente a fine anno chiuderanno 50.000 imprese, con oltre 350.000 addetti che perderanno il posto di lavoro”. “Chiediamo alla politica scelte più mirate, di sostegno ai settori maggiormente in crisi come quello della ristorazione e dell’intrattenimento. Non possiamo lasciare gli imprenditori e i lavoratori da soli di fronte a questo momento drammatico per la categoria”.