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La “casta” è pronta all’assalto del Palazzo del Consiglio regionale della Campania. Le elezioni sono alle porte. E tutti i consiglieri (nessuno escluso) si preparano alla rielezione.

Usando i fondi pubblici. Da settimane piovono contratti last-minute nei gruppi politici del Consiglio regionale per arruolare sindaci, consiglieri e assessori comunali (tutti portatori di voti). Contratti stipulati (forse) dietro la promessa di un appoggio elettorale? Un sistema di voto di scambio legalizzato? Il sistema escogitato dai gruppi politici si aggrappa ai fondi destinati (dal bilancio del Consiglio regionale) a ogni singolo consigliere per la stipula di contratti di natura privatistica.

Ogni consigliere ha un budget di 28 mila l’anno. Ora l’ufficio di presidenza dell’assemblea regionale, presieduto da Rosetta D’Amelio, ha disposto un stanziamento di 14 mila euro per consigliere fino al 30 luglio 2020. La metà della somma, perché la legislatura termina nel mese di giugno. Ora basta fare un giro negli uffici dei gruppi consiliari: il personale è triplicato. Grazie ai fondi sono stati stipulati contratti per collaboratori e consulenti. Ma tra i beneficiari figurano solo sindaci, consiglieri e assessori. Nessun professionista. Un mercato delle vacche foraggiato dai soldi pubblici. Assunzioni in cambio di pacchetti di voti?