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Napoli – Il Comune di Napoli, anticipando il Governo, mette mano al portafogli e mette in sicurezza, almeno per il momento, la sopravvivenza della cooperativa 25 Giugno. La giunta de Magistris, su proposta degli assessori Buonanno e Panini, ha approvato la delibera con la quale viene anticipata ai 431 lavoratori della coop una parte delle spettanze maturate.

Con l’atto approvato «Palazzo San Giacomo, che ha da sempre anticipato, al posto dello Stato, le somme necessarie per il pagamento degli stipendi dei 431 soci, sopperisce, per il momento, alla situazione verificatasi quest’anno a causa dei tagli operati dal Governo nella legge di bilancio che ha messo l’Amministrazione comunale nell’impossibilità di anticipare le somme necessarie per pagare gli stipendi ai lavoratori», si legge nella nota diramata in serata dal Comune. La cooperativa da oltre trenta anni lavora in regime di convenzione con il Comune di Napoli e opera, tra l’altro, nel campo del decoro urbano, della pulizia degli arenili, del contrasto all’inquinamento ambientale, del contrasto al disagio minorile, della tutela degli impianti sportivi e parchi comunali. Il futuro della 25 Giugno, dopo la recente stretta sui finanziamenti decisa dall’esecutivo gialloverde, è però sempre più appesa a un filo. Sul punto, Palazzo San Giacomo sembra avere le idee molto chiare: «Il Governo ha grandi responsabilità – dichiarano gli assessori Buonanno e Paninimentre il Comune è riuscito a mettere in campo ogni iniziativa ma adesso è indispensabile, da parte del Governo centrale il rapidissimo trasferimento dei fondi ed è necessario che si tenga comunque alta la mobilitazione dei lavoratori nei confronti della presidenza del Consiglio dei Ministri e dei ministeri competenti». Appena pochi giorni fa i lavoratori della cooperativa erano scesi in piazza per far sentire la propria voce. Un corteo rumoroso ma pacifico che si era diviso tra il palazzo della Poste centrali, a piazza Matteotti, e la sede della giunta comunale, a piazza Municipio. La vertenza resta per il momento però tutt’altro che risolta.