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Una lettera indirizzata ieri al direttore del Mattino, Roberto Napoletano, con richiesta (inesaudita al momento) di pubblicazione. Esprime “disappunto” per come il quotidiano “ha seguito la nota vicenda che ha coinvolto l’imprenditrice Nives Monda, titolare della Taverna Santa Chiara, e due turisti israeliani”. È firmata da sei esponenti della rete Napoli per la Palestina Libera: il missionario Alex Zanotelli, l’operatore culturale Guido Piccoli, l’avvocato Elena Coccia, il giornalista Alessandro Di Rienzo e l’attivista e attore Omar Suleiman. L’iniziativa è stata spiegata in una conferenza stampa in via Costantinopoli. Sul posto, gli attivisti hanno affisso dei manifesti anti sionisti su un’edicola dismessa, all’incrocio con via Foria. Tanto per cominciare, la missiva ritiene troppo “striminzita” la notizia del presidio di martedì scorso, in piazza Municipio. È relegata “nell’ultima pagina di cronaca cittadina”, nonostante gli oltre mille partecipanti. Ed era una protesta contro quanto è considerato “un atto politico grave” del Comune di Napoli, cioè la solidarietà alla coppia di Tel Aviv. Gli autori della lettera stigmatizzano anche il titolo sugli “Israeliani cacciati”. “Dando per scontato – scrivono – che qualcuno sia stato scacciato” dal ristorante. Tutto questo a fronte dell’ampio “risalto” dato alla storia, nei giorni precedenti, dallo stesso Mattino.

Si sottolinea inoltre, nell’articolo, l’assenza di un presunto antefatto. Un “episodio analogo”, emerso in queste ore: avrebbe visto protagonisti i due turisti, a fine aprile a Bari. E a detta dei firmatari, un’ulteriore circostanza rende “criticabile” l’informazione del quotidiano napoletano. I resoconti sul caso sono “firmati da Giuseppe Crimaldi, past presidente nazionale della Federazione Italia Israele e giornalista del Mattino“. Secondo la lettera, “l’estensore degli articoli risulta infatti parte in causa, dal momento che solidarizza con i coniugi Moses quale rappresentante della Federazione e poi, paradossalmente, si trova a scrivere di se stesso, ovviamente senza citarsi”. Napoli per la Palestina Libera racconta di apprendere “così dal Mattino che i coniugi Moses (la coppia di turisti, ndr) hanno avuto una serata ‘offerta loro dai presidenti delle associazioni che aderiscono alla Federazione Italia-Israele'”. E che la coppia ha “trascorso una serata con un gruppo di napoletani e di iscritti alle tre associazioni di amicizia Italia-Israele del capoluogo campano”. Si precisa che “naturalmente il Mattino puà affidare i servizi giornalistici a chi ritiene opportuno, ma è anche opportuno che i lettori sappiano chi e come li informa”. Ai firmatari “risulta inoltre che queste associazioni di amicizia con Israele hanno accompagnato i coniugi Moses per sporgere la loro denuncia e l’hanno messa in contatto con l’assessore Armato“.

Intanto, si registrano altri malumori verso l’amministrazione comunale. Dopo la Comunità palestinese, anche Nives Monda boccia l’incontro di ieri al Comune. Lo definisce infatti “una grande occasione sprecata”. E pur apprezzando “lo sforzo di costruire un setting di confronto che ha favorito la partecipazione”, la ristoratrice reputa “acqua che non leva sete” il comunicato dell’amministrazione, diramato al termine della riunione. “La questione palestinese – sostiene – viene affrontata con parole troppo generiche“. In più “non viene riprodotta la complessità della discussione avvenuta né vengono ribaditi impegni chiari sui punti discussi e sui tempi di assunzione di tali impegni”. Scettica si mostra pure la rete sociale NoBox-Diritto alla città, sull’annunciata mozione pro Gaza in consiglio comunale. “Sino ad ora – afferma una nota -, siamo appena alla dichiarazione di intenti circa la presentazione di documenti ufficiali che possano poi diventare atti deliberativi. Vedere per credere!”.