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Napoli – Ancora polemiche sul concorsone 2019 della Regione Campania. Nell’occhio del ciclone questa volta è la decisione presa pochi minuti fa dal FormezPa, l’ente gestore del concorso, di continuare le prove scritte previste da calendario nonostante il pericolo Coronavirus.

Da quando è scoppiata l’epidemia in Italia i concorsisti, già vincitori della durissima prova preselettiva, erano in attesa di comunicazioni e quasi tutti si aspettavano una sospensione delle prove concorsuali per evitare possibili contagi. Ieri infatti sono stati annullati i concorsi nazionali, sempre gestiti dal Formez, che si dovevano tenere nelle prime settimane di marzo a Roma. Per il concorso Campania arriva invece la comunicazione a sorpresa, notificata con un semplice e brevissimo post sulla pagina facebook: “Ripam Campania, le prove scritte proseguono con le convacazioni come da calendario”.

Questa decisione ha provocato caos e polemiche. Già decine sono i commenti dei concorsisti sul post. Non solo paura contagio ma anche, secondo loro, discriminazioni per chi ha difficoltà oggettive a partecipare. Infatti ci sono tantissime persone che devono partecipare al concorso e che risiedono, probabilmente perché sono campani costretti ad emigrare al nord per lavoro, in Lombardia o in Veneto. Queste persone quindi per partecipare dovrebbero eludere le misure di quarantena previste in quelle regioni e rischiare di portare al virus al sud o di incappare in sanzioni penali: “C’è gente che deve arrivare dalle regioni contagiate. Questa decisione è discriminatoria nei confronti delle persone che hanno superato la preselettiva e non possono raggiungere Napoli per le evidenti difficoltà che ci sono. Io vivo a Milano e ho superato le preselettiva. È quasi impossibile uscire dalla Lombardia perché molti treni sono stati cancellati. Non mi sembra una decisione rispettosa”.

C’è anche chi in maniera ancora più diretta attacca il Formez accusandolo di irresponsabilità data la situazione: “È assurdo essere messi nella condizione di dover scegliere tra il rischiare il contagio e il rinunziare al concorso!”. O ancora “Come dire: il rischio di morte per noi è solo ulteriore selezione”.

Il concorsone era, ricordiamo, già stato oggetto di ricorso perché, secondo il tribunale competente, non si sarebbe garantito l’anonimato della prova preselettiva. Per questo motivo erano state stoppate le prove scritte che erano in corso. Poi però era arrivata la controsentenza che annullava la sospensione per permettere il proseguo delle prove in attesa del dibattimento in giudizio. Ma ora, secondo i concorsisti e altri cittadini intervenuti nella discussione, il concorsone rischia di mettere in pericolo la salute di Napoli, terza città di Italia che conta con il proprio hinterland ben 3 milioni di persone.