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Napoli – Parla per la prima volta dopo le dichiarazioni del Governatore Vincenzo De Luca. L’avvocato napoletano rientrato da Milano risultato positivo al tampone sul Coronavirus, contagiando altre persone, non ci sta ad essere marchiato come un “irresponsabile” dal presidente della Regione Campania. In quarantena a casa sua replica, in esclusiva ad Anteprima24, spiegando perché non ha avvisato subito i colleghi dopo essere tornato da Milano.

Avvocato, è stato un irresponsabile?

“Non sono un irresponsabile. Ho preso un volo da Milano quando non c’era e non c’è tuttora nessuna misura interdittiva perché non è una zona rossa, né arancione: è una zona gialla”.

Appunto. E’ una zona vicina ai focolai, “delicata” come l’ha definita il Governatore. Lei ha continuato a svolgere la sua attività sociale e professionale.

“Chiarisco non ho fatto udienze. Ho incontrato amici e collaboratori ma non c’è una norma che mi impedisce di avere rapporti sociali. Esiste invece una norma che garantisce la libertà di circolazione, bisognerebbe spiegarlo al Governatore De Luca che forse ha percorsi formativi diversi dal mio. Se ci fosse stato un provvedimento di isolamento forzato rispetto a chi scende da Milano allora l’avrei rispettato e mi sarei stato a casa. Ma nulla è stato comunicato né dallo Stato italiano, né dalla Regione Campania”.

Mi scusi però esiste il buonsenso.

“Il buonsenso non è questo. In Italia esiste una norma, non ricordo l’articolo perché non ho fatto materia penale, si chiama procurato allarme. Se io tornato a Napoli avessi detto ai miei collaboratori non vengo allo studio perché sono stato a Milano e forse ho contratto il Coronavirus potevo essere denunciato penalmente dai colleghi per procurato allarme”.

Quindi Lei non ha avvisato i colleghi per questo?

“Esattamente. Il nostro codice penale prevede questo: se qualsiasi cittadino italiano denuncia dei pericoli inesistenti può essere denunciato per procurato allarme. A Milano ho avvertito che c’era un clima di panico, moltissimi con le mascherine soprattutto in aeroporto. Alcune riunioni che avevo sono saltate. Infatti credo di aver contratto il virus probabilmente in aereo. Rientrato non avevo sintomi”.

La maggior parte delle persone risultate positive al Coronavirus erano asintomatiche.

“Vero. Ma anche il primario emerito di infettivologia dell’ospedale Cotugno, Francesco Faella dice che non ci si può spaventare fino a che non ci sono certezze. Quando ho avuto la febbre sono andato in ospedale e ho chiesto di fare il tampone sul Coronavirus”.

Chi non ha adottato comportamenti corretti o responsabili rischia una denuncia, come annunciato dal Governatore. 

“Lo scriva così: l’avvocato non vede l’ora di essere denunciato, è in trepidante attesa. E non perché io abbia velleità politiche. Le esternazioni del Governatore contrastano con il suo ruolo istituzionale: un cittadino non ha responsabilità dei suoi concittadini”.

Quindi non si sente responsabile? Ci sono diverse persone contagiate riconducibili a Lei.

“Lo ripeto non sono stato un irresponsabile. Qualcuno ha usato addirittura il termine manzoniano ‘untore’ come se avessi portato la peste – il virus – a Napoli. Con i colleghi mi sento tutti i giorni: sono come la mia famiglia”.