- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Napoli – Ufficialmente, Catello Maresca è candidato sindaco di Napoli di uno schieramento prettamente civico. Ufficialmente, i vertici nazionali del centrodestra non l’hanno indicato ancora come loro leader a Napoli.

Dopo un anno di riunioni, telefonate, contatti, gruppi WhatsApp, la situazione è questa. Sostenibile solamente da chi ha nervi ben saldi e abituati a non saltare sotto stress. Tanto più da quando, nelle ultime 48 ore, è partito tra Catello Maresca e il Governatore Vincenzo De Luca una corrispondenza di amorosi sensi.

Ha iniziato l’ex pm della Dda, dovendo rispondere a una domanda a specchio con il suo principale competitor, Gaetano Manfredi, nel corso di un forum organizzato da Repubblica.

Gli si chiedeva un giudizio sul presidente della Regione di matrice centrosinistra. E il candidato sindaco del centrodestra (o colui il quale dovrebbe esserlo) ha risposto così: “Ho sempre rispettato le istituzioni e ovviamente rispetto il presidente De Luca con il quale ho avuto anche una piacevole cordialità. Mi auguro di poter collaborare con lui“.

Un’agenzia di stampa, poi, è stata ancora più rivelatrice: “Io – ha dichiarato Marescaoltre a rispettare il presidente De Luca come presidente della Regione, lo rispetto anche profondamente come uomo. Condivido molte sue scelte. La possibilità e la capacità di confrontarsi sulle questioni concrete e sulle soluzioni per Napoli sicuramente saranno un buon punto di partenza“.

A tutti questi ammiccamenti, De Luca oggi ha risposto: “Se Maresca vince, collaboreremo“. 

Solo normale bon ton istituzionale? Può essere. Ma, intanto, la corrispondenza di amorosi sensi ha innervosito più di qualcuno.

Il sindaco Luigi De Magistris, intervistato questa mattina nel corso della trasmissione “Barba e Capelli” di Radio Crc, non ha potuto non sottolineare che “i due si somigliano“. E chi si somiglia, di solito, si piglia.

Il che, quindi, ha innervosito anche la parte di centrosinistra che, dopo mesi turbolenti, con tanta fatica è riuscita a giungere (almeno sulla carta) a una mega coalizione che tiene assieme, con Manfredi candidato sindaco unitario, tutti: dal Governatore al resto di quello che sarebbe pur sempre il suo partito (ma lo è senz’altro del figlio Piero), il Pd; dal Movimento 5 Stelle ai renziani di Italia Viva, fino alle altre sigle della sinistra radicale. Come dire: vedere il principale competitor tirare per la giacca uno dei pilastri della coalizione non è vissuta come la cosa più simpatica del mondo dai manfrediani.

Come sicuramente non è vissuta come tale da quella parte del centrodestra napoletano che vorrebbe presentarsi all’opinione pubblica e all’elettorato napoletano come chiaramente e nettamente alternativo a De Luca. E che invece, oggi come oggi, aspettando un colpo da Roma, è costretta a fare buon viso a cattivo gioco. Perché, oggi come oggi, – è la deduzione di tanti – il gioco vede un solo giocatore nella posizione win-win: Vincenzo De Luca.