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Napoli – Era il 13 gennaio 2012 quando la Costa Concordia, che trasportava circa 4000 persone, finiva per schiantarsi contro gli scogli dell’Isola del Giglio. Un bilancio disastroso: 32 morti e più di 100 feriti per quello che è ricordato come uno dei naufragi più gravi della storia italiana.

Eppure, a distanza di otto anni il Comandante Francesco Schettino, alla guida della nave da crociera, spera ancora di essere assolto da tutte le accuse. La condanna in via definitiva per Schettino arrivò nel maggio 2017, quando la Corte di cassazione confermò il giudizio penale (16 anni di reclusione).

Il comandante si costituì al carcere romano di Rebibbia appena saputo della sentenza. Il suo avvocato però annunciò che sarebbe arrivato un altro ricorso: quello alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ad oggi l’ultimo barlume di speranza per Schettino di essere assolto.

Di Nicola Chiacchio