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Napoli – In attesa della salita al Colle, prevista per oggi pomeriggio, gli operai Whirlpool lanciano l’appello a Roberto Fico: “Tenga conto dell’importanza del territorio”. Ora, per risanare l’industria metalmeccanica in Campania, non c’è davvero più tempo da perdere.

Da “Fate presto” si è arrivati così a “Bisogna fare presto”. Ad oltre 40 anni dall’emblematico titolo de “Il Mattino” che raccontava la gravità del terremoto Irpino, la Campania rischia di sprofondare in nuovo pericolosissimo sisma: quello della desertificazione industriale.

Ad aggravare una situazione, già critica da prima del Covid, ci hanno pensato così direttamente le istituzioni romane, instaurando una crisi di Governo in piena pandemia e con circa 170 tavoli di crisi aperti, alcuni addirittura da anni, al ministero dello Sviluppo Economico.

Una mossa, quella voluta dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che ora ha mandato nello sconforto migliaia di famiglie campane, già in agitazione da prima dello scoppio del coronavirus. Nuclei familiari che a differenza di alcuni parlamentari, non lottano per un ipotetico “toto poltrona” ma semplicemente per il loro futuro e quello di un’intera Regione, dove i giovani sono purtroppo spesso costretti ad emigrare, mentre a Roma nel disinteresse più totale si continua ad assistere ad evitabili “giochi di palazzo”.

Dalla Whirlpool di Napoli Est alla vicina Castellammare sfondo della lotta degli operai oramai dell’ex Meridbulloni, passando per la Jabil di Caserta alla Maccaferri di Salerno, fino ad arrivare alla Iribus di Avellino. Un intera Regione, simbolo di un Sud in lotta da sempre contro la grave crisi occupazionale, che ora rischia di veder perso, oltre al futuro lavorativo, anche le battaglie portate avanti nonostante la crisi sanitaria.

A lanciare oggi l’allarme, già palesato negli scorsi giorni dagli operai della fabbrica di Ponticelli, è stato il Segretario Generale della Fim Cisl Campania Raffaele Apetino.
La Campania – spiega – come d’altronde tutto il paese Italia da oltre un anno è stretta nella morsa della pandemia e delle crisi industriali e l’unica cosa che in questo momento delicato la politica doveva evitare era una crisi di governo, ed è accaduta”.

Bisogna fare presto – chiarisce il segretario della Fim Cisl – sono mesi, anzi anni, che il tessuto industriale metalmeccanico campano vive un forte ridimensionamento e che oggi per effetto della pandemia si è acutizzato ancora di più. A rischio ci sono migliaia di posti di lavoro non solo della grande industria ma anche delle piccole-medie imprese, lavoratori in carne ed ossa che insieme alle loro famiglie vedono allontanare sempre di più il proprio posto di lavoro, a cui si aggiungono tanti altri, bloccati nel guado della cassa integrazione”.

A mantenere in piedi, solo in parte, il futuro di questo castello di carte chiamato Campania, è solo il blocco dei licenziamenti instaurato dal Governo fino al prossimo 31 marzo, ma ad aprile l’intera Regione, come il resto del Paese, rischia una gravissima “emorragia di posti di lavoro” in un territorio, come quello del Meridione, già in parte desertificato dall’industria negli anni.

Una sufficienza politica che “pagheranno a caro prezzo i lavoratori e le loro famiglie se Governo Nazionale e Regionale continueranno a dedicarsi soltanto al mantenimento della poltrona” tuona Apetino.

A dover “fare presto” è però anche un napoletano, l’attuale presidente del Senato, Roberto Fico a cui il capo dello Stato, Mattarella ha affidato il mandato esplorativo, con scadenza nella giornata di oggi, per trovare una quadra, ancora lontana, sul futuro del nuovo governo.

Proprio a lui, come all’epoca del Conte I fu per Luigi Di Maio, i lavoratori della Whirlpool di Napoli lanciano il loro appello.

Ci aspettiamo da una persona del Sud – spiega ad Anteprima24 Vincenzo Accurso, Rsu della fabbrica di Ponticelli e sindacalista Uilm – che tenga conto dell’importanza del territorio. Da tanti anni il Mezzogiorno è sempre stato bistrattato con le ricchezze che sono sempre andate verso il Nord. Ci aspettiamo che finalmente questa tendenza cambi”.

Non chiediamo – chiarisce Accurso – di avere di più degli altri, chiediamo di arrivare allo stesso livello. Di permettere che i lavoratori del Sud lavorino sul proprio territorio e non vadano a dare altra manovalanza al Nord perché principalmente tutte le fabbriche del Settentrione sono ricchissime di operai meridionali che vanno a lavorare fuori dalla propria Regione. Questo è un trend che deve cambiare”.