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Napoli – Crisi senza fine per la Ctp, i lavoratori della Compagnia di trasporto pubblico di proprietà dell’ex Provincia occupano gli uffici della dirigenza nella sede di Arzano. La protesta è scattata alle prime luci di stamattina e andrà avanti a oltranza, o almeno fino a quando il management non fornirà ai dipendenti adeguate rassicurazioni in merito al futuro dell’azienda. Sul tavolo della vertenza ci sono infatti il recente taglio del 30 per cento al chilometraggio del servizio, le quattro mensilità arretrate per i ticket e la mancata erogazione dei Tfr relativi ai pensionamenti del 2017.
A lanciare l’ultima protesta il sindacato Usb, da stamattina sulle barricate nell’ufficio dell’ormai quasi ex amministratore unico Augusto Cracco.

Giuseppe Ferruzzi, membro del coordinamento provinciale Usb, non usa mezzi termini nel fotografare il momento: «Viviamo uno stato di estrema preoccupazione, non soltanto per i nostri salari ma per il futuro stesso dell’azienda, oggi più incerto che mai. Intanto a rimetterci sono ogni giorno gli utenti, sempre più esasperati per la mancanza di mobilità a livello locale e gli aumenti tariffari che a breve potrebbero profilarsi».

Basti pensare che a inizio mese, come un fulmine a ciel sereno e dunque senza alcun confronto con le rappresentanze sindacali, la società di trasporto pubblico ha disposto un taglio del 30 per cento al servizio. Una sforbiciata che è andata a colpire soprattutto le cosiddette “linee bis”, vale a dire quelle dedicate all’utenza scolastica, e alla copertura dell’hinterland a nord di Napoli. Il rischio è che, così come per l’Anm Napoli, anche per la Ctp si profili presto l’ipotesi del fallimento: «L’azienda – commenta ancora Ferruzzi – in questo momento naviga nel buio. Manca del tutto una classe politica che si interessi della questione dando le giuste indicazioni. La Città Metropolitana è completamente assente, di sindaco e Giunta poi non ne parliamo proprio. Da loro non è arrivata ad oggi alcuna risposta alle nostre sollecitazioni». La vertenza, vale la pena ricordarlo, coinvolge complessivamente oltre 750 lavoratori tra dipendenti diretti e indotto. Intanto da giovedì dovrebbero diventare esecutive le dimissioni dell’amministratore unico Augusto Cracco.