di Marco Cannata – Un esterno alto, che c’era da sostituire Kvaratskhelia.
Poi un centrocampista di livello che potesse essere soprattutto un vice Frank in vista della coppa d’Africa, un vice DI Lorenzo importante.
Immaginavamo si partisse da qui, poi tutto il resto.
Perché il Napoli che nasceva con la difesa a tre, dopo l’arrivo di McTominay, viene pensato da Antonio Conte come squadra da quattro tre tre.
Ed è proprio così che inizia non solo a far punti, perché quelli li fa da subito, ma anche a giocare bene a calcio, da Firenze a quella in casa con la Juventus.
Poi crolla la catena di sinistra, tra infortuni e cessioni, e si ricostruisce un nuovo Napoli, lo si ridisegna, equilibri nuovi ed esigenza di far punti perché intanto è chiaro che avremmo lottato e che l’avremmo fatto fino all’ultimo minuto.
Raspadori dietro Lukaku, McTominay a sinistra.
E così punto dopo punto il Napoli diventa campione d’Italia.
Tra il delirio di Napoli Cagliari e la festa scudetto piu bella di sempre sul lungo mare la storia colloca eventi importanti come l’ormai inattesa conferma di Conte ed il clamoroso arrivo di Kevin De Bruyne.
Se da una parte il Napoli trova la conferma dell’allenatore, garantendosi continuità tecnico tattica, il Belga comporta uno stravolgimento tattico evidente.
Perché De Bruyne non è Kvaratskhelia e non è nemmeno Raspadori, eppure è proprio loro il posto che dovrà andare a prendere.
Il Napoli viene potenziato e stravolto allo stesso tempo dall’acquisto del Belga.
Che Napoli nasce con Kevin ?
Lo abbiamo detto da subito, immediatamente.
Cercando equilibri nuovi, attraverso la comprensione e la conoscenza, la ridistribuzione degli spazi.
Lobotka, Anguissa, McTominay, De Bruyne. Nelle partite che conta li avremmo visti assieme, ecco l’unica certezza.
Da lì si è partiti, lì ci troviamo.
I numeri sono importanti, il Napoli è primo, due sconfitte che non hanno tolto certezze, una quadra tattica ancora da trovare come è normale che sia.
La poca pazienza ha già portato alle prime sentenze definitive, sommarie, affrettate, il De Bruyne visto in campionato non serve, quello dei novanta con lo Sporting è un fuoriclasse.
La realtà è in antitesi con la schizofrenia proposta in tal senso.
La realtà ci dice che il Napoli nasceva con l’idea di mettere De Bruyne alle spalle di Lukaku, conoscenza e feeling tattico e tecnico enorme tra i due, e che quando Romelu si rompe tutto si resetta, si deve ridisegnare, e che l’innesto dell’ex City diventa più complicato, si allungano u tempi perché i nuovi centravanti hanno caratteristiche diverse.
Romelu giocava per la squadra, le imponeva tempi e sviluppo della manovra ed i primi a beneficiarne erano le mezzali, McTominay su tutti, Lucca ed Hojlund hanno bisogno di una squadra che giochi per loro.
Una squadra che vada di più sul fondo e crossi per Lucca ed una che cerchi di creare più spazio da attaccare per far partire il Danese nell’ altrui metà campo senza soffocarlo come con il Milan.
Il Napoli ha cambiato due titolari alla resa dei conti.
De Bruyne e Højlund per Raspadori e Lukaku.
Le caratteristiche sono clamorosamente diverse.
Ci vuole solo la pazienza di aspettare, di rendersi conto che ci sono meccanismi che non sono automatici, che si può perdere qualche punto e sbagliare qualche partita, che un calciatore può anche giocare male.
Ma la realtà dei fatti ci dice che il Napoli è forte, più dell’anno scorso, molto di più.