- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Procida (Na) – Davide Zeccolella, 33 anni di Procida, è una guardia giurata volontaria della Lipu (Lega italiana protezione uccelli). Un giorno risponde a un annuncio di Poste italiane, candidandosi alle selezioni per diventare postino. Successivamente viene convocato dalle Poste per la firma del contratto, ma viene fermato perché risulta avere “carichi pendenti”.  Nel 2011 il volontario, con due colleghi, multò un individuo sorpreso a sparare fuori dall’orario consentito. Successivamente l’uomo venne condannato in primo grado a 2 anni e 6 mesi per “falso materiale”. 

Come racconta ‘Il Fatto Quotidiano’ questa storia comincia nell’autunno scorso. “Zeccolella risponde a un annuncio di Poste italiane, candidandosi alle selezioni per diventare postino. A novembre 2019, partecipa alle prove presso gli uffici centrali di Napoli, supera con successo i test di logica e quello di guida del ciclomotore. Il 30 gennaio 2020 l’aspirante portalettere viene convocato presso la sede centrale delle Poste a Napoli, per la firma e l’inizio del rapporto di collaborazione. Ma, alla consegna della documentazione richiesta, la pratica si blocca: pur esibendo un casellario giudiziario “nullo”, ed essendo quindi giuridicamente incensurato, Zeccolella risulta avere “carichi pendenti” per un procedimento penale in corso. I funzionari delle Poste gli assicurano tuttavia che resta “idoneo” per fare il portalettere e che potrà tornare a firmare il contratto quando sarà terminato il processo e non risulteranno più carichi pendenti”. Ora la prima udienza dell’appello è fissata per il 20 novembre prossimo.

Nel 2011, sull’isola di Ischia, la guardia giurata della Lipu per combattere il bracconaggio contesta un verbale amministrativo da 200 euro a un cacciatore, sorpreso a sparare fuori dell’orario stabilito. “Oltre il tramonto – spiega Davideè proibito, perché le beccacce si spostano dopo che il sole è calato e al buio si rischia di non distinguerle più dai rapaci notturni, come il gufo, che sono specie protette per evitarne l’estinzione”. Allora, secondo il racconto del volontario ambientalista, “lo stesso cacciatore firmò il verbale con una sigla che somigliava a uno scarabocchio”. In seguito, però, il cacciatore disconobbe il verbale accusando Zeccolella di “falso materiale” e le altre due guardie in concorso con lui per aver controfirmato la contestazione. Da qui, l’avvio di un processo penale davanti al giudice del Tribunale di Ischia, Alberto Capuano. Alla fine, nel settembre 2018, Davide fu condannato a due anni e sei mesi di reclusione e gli altri due imputati vennero assolti “per non aver commesso il fatto”. Qualcuno intanto gli ha danneggiato il motorino e squarciato le gomme. Nel frattempo, un altro processo intentato per gli stessi motivi da un secondo cacciatore sorpreso fuori orario dalla medesima pattuglia della Lipu è stato archiviato dal pubblico ministero. Mentre il giudice Capuano, arrestato nel luglio scorso nell’ambito di un’indagine anticorruzione e detenuto sei mesi nel carcere di Poggioreale, è tornato da pochi giorni a casa ai domiciliari.