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Napoli – Il giovane cantautore Luigi De Crescenzo, nipote del grande Eduardo, presenterà oggi il suo singolo dal titolo “Juoc e mare”. Un brano dal testo interamente in napoletano che sprona gli ascoltatori a diffidare dai pregiudizi e proseguire dritti per la propria strada.

Luigi De Crescenzo ha avuto il coraggio di mettersi in gioco in un momento molto delicato come quello che stiamo vivendo da ormai più di un anno. L’ambito musicale è infatti uno di quelli ad aver subito maggiori conseguenze e non è facile emergere in un contesto del genere senza avere la possibilità di esibirsi dal vivo.

Di seguito l’intervista completa a Luigi De Crescenzo.

Parliamo subito del tuo singolo che presenterai oggi ma che è uscito su tutte le piattaforme l’11 marzo, “Juoc e mare”. Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
“La voglia di non fermarsi su quelli che possono essere i nostri pregiudizi ed i limiti. Molte volte veniamo condizionati da ciò che può sembrare giusto ma non è detto che sia sempre cosi. Dobbiamo essere forti su quelle che sono le nostre idee”.

Con la tua canzone quindi inviti gli ascoltatori a contrastare il pregiudizio, un tema che si è acuito nella situazione che stiamo vivendo e che è quindi di grande attualità. Dobbiamo quindi cercare di andare dritti per la nostra strada senza aver paura dei giudizi della gente.
“Assolutamente si, sono le stesse voci di queste persone che hanno paura. Sono voci non buone ma dettate dalle forte paure e non ti fanno andare avanti nella giusta direzione”.

Quanto è stata importante la tua famiglia nella scelta di intraprendere la carriera musicale?
“Quando sei piccolo e ti trovi in certi contesti credo che ti dia l’opportunità di non farla sentire una cosa straordinaria bensì una cosa che si può perseguire. Ti rende la vita un po’ più semplice anche se non è così perché partono i paragoni”.

Sei il nipote di Eduardo, è a lui che ti ispiri o ci sono stati anche altri artisti che hanno motivato il tuo percorso?
“Sono nato con lui, é il mio primo mito ma naturalmente sono cresciuto anche con Pino Daniele e tutta la scuola nostra che è straordinaria. Con la crescita poi metti in discussione i tuoi cari, ho provato a fare la stessa cosa cercando di uscire fuori dagli schemi per vedere cosa succedeva creando un mix partendo dalle mie origini e arrivando al dove voglio andare”.

A proposito di famiglia, nel brano c’è anche lo zampino di tua sorella, che valore ha la famiglia in un momento delicato come questo?
“La famiglia è il luogo che ci fa sentire a caldo rispetto a tutto ciò che succede fuori. Il luogo che ci permette di dimenticare tutto quello che sta accadendo, è un punto di forza. Debbo molto a loro e a mia sorella. Il brano è nato proprio da una discussione con lei e quindi le ho chiesto di mettere le voci “colorate” essendo lei una pittrice e parlando di colori nella canzone. Mi ha dato una grande spinta”.

Il covid ha portato tante conseguenze sociali oltre che sanitarie. Il tuo è uno degli ambiti più colpiti, quanto è dura per un cantante non potersi esibire dal vivo?
“Diventa molto triste. Senza quello effettivamente siamo nulla. Perdere l’opportunità di esprimersi su quello che ci è più naturale è dura. Parlo io che magari sto ai primi passi ma mi metto nei panni di chi lo fa da anni, si trova a vivere una vita straziante. Dobbiamo uscire fuori da questa situazione ma non facendo il passo più lungo della gamba. Bisogna fare piccoli passi e un singolo, come il mio, è proprio uno di questi. Stare fermi ti può condizionare molto e incidere in maniera grave”.

Torniamo al tuo brano, un testo scritto interamente in napoletano. La nostra è una lingua dotata di grande eufonia cioè di un suono molto gradevole che permette di poter essere apprezzata anche fuori dal territorio partenopeo. Cosa ne pensi?
“La musica è un linguaggio universale e spesso non ha bisogno di traduzioni. Il messaggio che vuole dare la mia canzone va al di là del napoletano”.

C’è qualche artista napoletano con cui ti piacerebbe collaborare?
“Un giorno mi piacerebbe collaborare con Roberto Colella che sta facendo molto bene sul nostro panorama musicale”.

Stai già pensando a nuovi progetti?
“Quello di portar fuori altri brani e questo disco. Lo si deve fare quando c’è l’opportunità di poterlo suonare. La possibilità di farmi conoscere passa anche dal potermi esibire dal vivo. Vorresti anche viverlo il momento. Speriamo che nei prossimi mesi il tutto possa tornare alla normalità”.

Cosa ti senti di dire ai giovani che in questo periodo si stanno affacciando nel mondo della musica?
“Di farlo sentendo dentro che cosa hanno da dire, nel senso di non farlo seguendo solo un tornaconto a livello remunerativo ma dando voce alle loro emozioni. Inoltre consiglio a tutti di essere dei sognatori”.

Ti va di salutare i nostri lettori?
“Saluto tutti i lettori di Anteprima 24 con la speranza di incontrarli presto dal vivo quando la musica potrà tornare nei locali e nelle piazze”.