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In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic”: il presidente Dem della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sceglie Facebook per lanciare la sua stoccata alla segretaria del suo partito, Elly Schlein, che ieri ha rinnovato gli uffici di presidenza dei gruppi alla Camera e al Senato “tagliando” Piero De Luca. Non è stato riconfermato vicecapogruppo alla Camera, il figlio del governatore, una scelta che lo stesso Piero ha definito “una sorta di vendetta trasversale che non fa onore”. Una decisione, quella della Schlein, che ha suscitato le forti proteste di Lorenzo Guerini, esponente di primissimo piano di Base Riformista, la corrente più moderata del Pd, quella che aveva sostenuto alle primarie Stefano Bonaccini, così come avevano fatto i due De Luca. Non può ridursi a questo, però, la motivazione della guerra che Elly Schlein ha dichiarato a De Luca senior: sono settimane che la segretaria del Pd ripete di essere contraria a un eventuale ricandidatura del governatore alle regionali del 2025. Sarebbe il terzo mandato, per De Luca, che per candidarsi avrebbe bisogno di una legge apposita, anche se c’è chi ritiene che anche le normative attuali non vietino esplicitamente una terza esperienza da presidente di Regione.
 
La questione però è tutta politica, e a chiarire bene il quadro arriva la nota del gruppo regionale del M5s: “La scelta di Elly Schlein di mettere da parte De Luca jr”, affermano in un comunicato i consiglieri pentastellati Michele Cammarano, Vincenzo Ciampi e Gennaro Saiello, “segna l’inizio della fine della dynasty paterna. Il rinnovamento in atto nel Pd è condizione essenziale per confrontarci e costruire un percorso comune per le regionali. La parabola del potere di Vincenzo De Luca che in questi anni ha dimostrato tutta la sua incapacità amministrativa, è ormai al tramonto. Alle prossime elezioni il governatore, con oltre mezzo secolo passato fra incarichi di partito, ruoli elettivi e di governo, avrà ormai esaurito la sua credibilità. Le macerie prodotte in questi anni”, aggiungono, “apparterranno presto alla storia passata. Quella a cui consegneremo anche De Luca”.
 
Parole dure, che svelano l’obiettivo del M5s: provare a imporre Roberto Fico come candidato unitario alle prossime regionali, in accordo con la Schlein. Obiettivo legittimo quanto assai ambizioso: se lo strappo si consumasse, De Luca certamente non starebbe a guardare, e metterebbe in campo una propria coalizione (si parla di un minimo di 10 liste tra partiti nazionali, civiche e fuoriusciti dal Pd) con la quale sfiderebbe centrosinistra e centrodestra. E’ già pronta alla sfida Sud chiama Nord di Cateno De Luca: “La logica del Pd: punire chi ha consenso sul territorio”, scrive Cateno De Luca, “follia. Un abbraccio a Vincenzo De Luca e a Piero De Luca. Lo dico da tempo: bisogna ripartire dai territori, i partiti tradizionali hanno fallito. Sud chiama Nord si batte per l’equità territoriale, da noi il consenso è un valore aggiunto, perché dimostra che hai lavorato bene sul territorio”.