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Napoli – Pasqua dovrebbe portare la pace. Ed invece è scontro tra il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Non fisico ovviamente, ma di vedute. Al posto del pomo della discordia, c’è lei la regina della tavola pasquale per eccellenza: sua maestà la pastiera. “Condivido l’appello di De Luca a restare a casa, ma è un grave errore non consentire la consegna di cibo a domicilio. In questo modo anche la pastiera sarebbe potuta arrivare nelle case delle persone e così di sarebbe anche andati a direzione di ridurre la gente in strada”. A dirlo stamattina è il sindaco di Napoli contestando la scelta del Governatore di vietare la consegna delle pastiere a domicilio. Decisione annunciata nei giorni scorsi in una delle consuete dirette Fb a cui è seguita un’ordinanza regionale e ribadita anche sui social a seguito di alcune segnalazioni che denunciavano la vendita del dolce tradizionale on line. “Fatela a casa, riscoprite i vecchi valori e le ricette dei nostri genitori e nonni. Magari le prime non mangiatele perché saranno una zozzeria” aveva detto il presidente della Regione Campania con la sua ormai nota verve. Per de Magistris invece non solo la pastiera, ma tutte le consegne a domicilio non andrebbero impedite. “In Campania c’è questo divieto assurdo – ha aggiunto – per le consegne a domicilio che invece  attuate un condizioni di sicurezza potrebbero anche dare un po’ di respiro alle attività produttive”. Le consegne a casa, a partire da quella della pizza, infatti, sono state vietate con un’ordinanza regionale, diversamente da quanto è stato imposto dal Governo. “Se abbiamo 100 pizzerie – allora la tesi spiegata dal Governatore- che ogni sera fanno almeno dieci consegne a domicilio diventano mille contatti in dieci giorni, con la consegna di pizze a meno di un metro dal cliente. E’ una piccola cosa che rischia di creare migliaia di contatti personali e moltiplicare il contagio. Mettere in campo misure rigorose significa questo, le mezze misure non servono. Se non siamo rigorosi oggi, rischiamo di trascinarci questo problema per mesi e mesi, con una crisi economica drammatica”.