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NAPOLI – Ci potrebbe essere una terza vita per l’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris. La prima l’ha consumata da magistrato. La seconda la sta vivendo da politico. La terza potrebbe essere in tv, davanti a una telecamera.
 
A domanda diretta, oggi, a tre giorni dal voto, la mette così: “Io in tv? Nella mia vita non programmo più nulla. Avevo programmato di fare il magistrato. Poi ho fatto l’europarlamentare e il sindaco. Ora sono molto concentrato e motivato sul progetto politico che mi vede portavoce, quello di Unione Popolare. Ma sto riprendendo a fare anche cose importanti inerenti il mondo del diritto e della giustizia, della vicinanza agli oppressi e ai più fragili. Mica posso escludere che un domani possa diventare un opinionista televisivo? Del resto, per anni ho scritto per i giornali e avrei potuto già iscrivermi all’Albo dei giornalisti. Ma ho 55 anni, di sicuro camperò fino a 100, ho davanti a me ancora una lunga vita e posso fare altre cose…”
 
Di sicuro, la tempra e il fisic du role per stare davanti alle telecamere e avere, chissà, una trasmissione tutta sua non mancano all’ex sindaco di Napoli. Il quale sostiene che, a tre giorni dal voto che lo vede protagonista come leader di Unione Popolare, “è il momento giusto” per indire una conferenza stampa e spiegare che del suo successore a Palazzo San Giacomo, Gaetano Manfredi, “si sono perse le tracce”.
 
“Chi l’ha visto? – esordisce de Magistris citando probabilmente non a caso la nota trasmissione televisiva – Manfredi, al giro di boia del suo primo anno da sindaco, ha tolto l’anima che avevamo dato alla città. E non ha una visione”.
 
Detto che Manfredi gli risponderà che per lui “parlano i fatti” e che “de Magistris è in campagna elettorale”, il leader di Unione Popolare rivendica anche che “tutti i lavori pubblici che si stanno portando avanti, tutti i progetti legati al Pnrr, la sistemazione dei parchi, il molo San Vincenzo, il concorso in Asìa, sono frutti della sua programmazione”.
 
De Magistris, che ha lasciato il Comune sull’orlo della bancarotta con 5 miliardi di debito e i servizi a zero, rivendica anche “la messa in sicurezza delle partecipate”. E, accusando Manfredi di aver fatto solo tre cose (“l’ordinanza dei panni stesi, quella fallimentare sulla movida e quella andata a buon fine dell’aumento del suo stipendio”), dice che, se eletto, sarà lui “a difendere Napoli in Parlamento. Anche collaborando lealmente con lo stesso Manfredi. Perché io so distinguere il piano politico da quello istituzionale”.
 
E qui cadono i suoi dieci anni da sindaco di Napoli. Vuoi una “manina”, vuoi un “sabotaggio”, de Magistris sostiene che è sempre stato “un sistema di potere radicato nei Palazzi, quello che oggi si riconosce nel draghismo per intenderci, a non mettermi in condizione di riuscire a fare il mio lavoro da sindaco”.
 
“Ormai lo riconoscono tutti e c’è anche chi, come Ettore Rosato, lo dice apertamente: a me i soldi per amministrare bene come con il Patto per Napoli non me li avrebbero mai dati. Hanno messo in campo una strategia politica per mettermi contro il popolo”. Ma la missione è fallita, sostiene l’ex sindaco. Tant’è che, con gli endorsement di Mèlenchon, Iglesias e, last but not least, Corbyn, si sente ben voluto anche dalla gente: “Sui social abbiamo un ottimo riscontro, in tv e sui media siamo andati bene. Se andiamo oltre il 3%, sarebbe un risultato clamoroso”. Ma non inaspettato, intende dire.
 
Del resto, “anche nei dibattiti in tv mi riconoscono i risultati della nostra amministrazione a Napoli. Poi se si vuole fare come Totò e Peppino che non vedono la nebbia a Milano…”