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I dehors della discordia. È una guerra strisciante, con il Comune di Napoli nel mezzo, e le accuse incrociate di cittadini e commercianti. Un tutti contro tutti, al centro del tavolo di osservazione sulla sicurezza della V Municipalità. Sulla proliferazione di gazebo e tavolini, i toni pacati non mutano la sostanza. Le divergenze emergono nella sala “Silvia Ruotolo”, alla riunione convocata dalla presidente Clementina Cozzolino. “Inutile girarci intorno, trovare un punto di equilibrio è molto difficile” ammette l’assessore Antonio De Iesu. C’è infatti la “legittima aspirazione dei commercianti al profitto”, e “quella dei residenti alla tranquillità”. Senza contare “chi non vorrebbe i dehors sulle aree pedonali”. La faccenda tocca l’estetica, ma anzitutto l’etica. E quindi le regole. Proprio sul regolamento dei dehors, si scaricano le difficoltà evocate dall’assessore comunale alla Legalità. E il Comune deve difendersi dai rilievi degli esercenti. “Da giugno stiamo aspettando questo regolamento” punge Aldo Maccaroni, consigliere di Fipe Confcommercio Napoli. “La questione del regolamento è delicata, tanto è vero – risponde De Iesu – che dal 2014 non viene aggiornato”. L’assessore Teresa Armato e la polizia municipale hanno redatto una bozza. Il documento è stato discusso in commissione Commercio. De Iesu definisce “turbolenta” la seduta. Uno dei nodi, per lui, è questo. “I 40 consiglieri comunali hanno sensibilità diverse – spiega l’assessore alla Legalità -, ognuno è portatore di interessi diffusi”. E quando il testo approderà in consiglio, “ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità”. Per quel giorno, De Iesu prevede “una battaglia”. L’assessore prova a mediare, ma sembra un percorso a ostacoli. “Lasciateci lavorare, il regolamento detterà delle regole. Le adeguerà alle condizioni attuali”. E tuttavia “scontenterà sempre tante persone”.

Ma in sala aleggia anche il timore per la sicurezza. Due giorni fa un rogo doloso ha incenerito un gazebo al Vomero. E la vicenda attizza gli animi. “È bruciato in 2 minuti, se ci fossero state persone all’interno sarebbe stata una tragedia” attacca Giovanni Natale, presidente di Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli. L’associazione ha appena scritto a sindaco e prefetto, invocando controlli a tappeto. “Tutti i gazebo – sottolinea Natale – sono forniti di Pvc, materiale infiammabile, e addirittura dentro hanno le stufe a gas”. E inoltre il rivestimento in polivinilcloruro “è vietato nella zona Unesco del Centro Storico, ma a tutt’oggi non è stato fatto niente”. Maccaroni insorge: “I gazebo sono regolarmente autorizzati, a monte c’è già un controllo, non capisco come le forze dell’ordine possano verificare se sono regolari o no”. Il vice prefetto Giovanni Lucchese solleva perplessità: “Viviamo in un’epoca di contraffazione, e spetta a chi di dovere andare a verificare la qualità del materiale”. De Iesu, dal canto suo, lancia una stoccata: “Il tema è che i commercianti hanno il dovere di portare all’interno le suppellettili del gazebo, e non sempre si fa”.

C’è poi chi punta il dito sulle distanze dei dehors. “Il rispetto dei 2 metri per consentire il passaggio – sostiene Annapaola Orsini, presidente dell’associazione Acmè Napoli, – non viene controllato“. Si cita l’esempio di via Cilea, dove “bisogna procedere in fila indiana, anche con le intemperie”. La disposizione, aggiunge Orsini, “prescinde dal nuovo regolamento perché è già richiamata dal Codice della strada”. L’esponente di Confcommercio dissente ancora (“assolutamente no”). E a rimanere distanti sono solo cittadini e commercianti.