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Napoli – Bocciata su tutti i fronti. La “manovra del popolo” non convince il sindaco Luigi de Magistris: «Mi sembra una legge in continuità con le politiche liberiste, non è la manovra del popolo, né del cambiamento e non è una manovra espansiva. Anzi per alcuni aspetti, se pensiamo agli enti locali, forse si è registrato addirittura un passo indietro». L’ex pm, pur sottolineando che il giudizio «non è definitivo perché si tratta della prima manovra di questo Governo, insediato da appena sette mesi», esprime per un giudizio «molto negativo al testo soprattutto rispetto alle aspettative che questo Governo aveva creato attraverso gran cassa mediatica e propaganda. Mi sembra che rispetto alla montagna sia stato partorito un topolino», è il giudizio tranchant del primo cittadino di Napoli.

Il sindaco de Magistris entra quindi nel merito delle proprie perplessità, spiegando che a non convincerlo sono soprattutto «il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, la mancanza di un programma di investimenti e di lavoro, l’asautorazione del Parlamento e perfino della commissione Bilancio, e la tassazione elevata per volontariato e onlus». Le bordate dell’ex pm non sono però finite qui. Nel mirino finisce infatti anche il reddito di cittadinanza: «È l’unica novità della manovra ma mi sembra solo una misura assistenzialistica che non produce lavoro, che non è finalizzata a produrre economia e a rimettere in moto le imprese. Diventa solo il pane con la tessera e crea un vincolo tra chi riceve il denaro e chi politicamente lo ha consegnato. È vincolo di ricaduta per consenso elettorale». De Magistris ha infine espresso perplessità sul metodo «con cui saranno accertati i livelli di povertà per ottenere il reddito». Quanto agli enti locali e alle loro casse disastrate, «devo registrare – aggiunge il sindaco – forte insoddisfazione perché il Governo nei confronti degli enti locali aveva creato aspettative di cambiamento e invece con la manovra riprendono i tagli ai Comuni che erano stati interrotti da Gentiloni. Ci sono misure che vanno a colpire fortemente gli enti locali e ci sono misure esclusivamente a favore di alcuni enti». Insomma, dopo le parole al miele spese nei giorni scorsi nei confronti dell’Esecutivo, il sindaco di Napoli sembra aver ingranato la marcia indietro.