- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

NAPOLI – Diario della campagna elettorale di Napoli, giovedì di San Sergio. Domani pomeriggio, all’oratorio don Guanella, il candidato sindaco del centrodestra Catello Maresca convoca la stampa (è la sua prima volta) per spiegare il programma che propone per la città. Amen: bisogna pur rompere il ghiaccio e iniziare a prendere il toro per le corna.

Per quello delle liste bocciate dalla commissione elettorale, ben 4 su 12 che ne presenta lo riguardano, se ne saprà qualcosa in più a cavallo del fine settimana. 

La presentazione del ricorso al Tar per la loro riammissione sarà esaminata dai giudici amministrativi che, presumibilmente, si pronunceranno entro il prossimo martedì, 14 settembre.

Dovessero confermare l’esclusione di 1/3 delle forze che compongono la coalizione dell’ex pm della Dda, si registrerebbe un colpo quasi mortale ad ogni sogno di gloria del centrodestra.

C’è da dire, però, che nell’entourage di Maresca si respira una certa fiducia. Questo, sebbene Andrea Santoro, segretario cittadino di Fratelli d’Italia, abbia rimesso il suo mandato nelle mani del partito. E lo stesso Fulvio Martusciello, coordinatore cittadino di Forza Italia, l’unico dei partiti di centrodestra che ha presentato puntualmente la sua lista al Comune e in buona parte delle Municipalità, l’abbia messa così: “L’esclusione non deve spaventarci o far arretrare la nostra campagna di verità. Spero che la giustizia rimetterà in corsa coloro che sono stati esclusi”. 

Passo e chiudo. Ma insomma: almeno l’eurodeputato si è dimostrato più del mestiere. 

Proprio ciò che, agli occhi di un nome simbolo della destra napoletana, quelli di Amedeo Laboccetta, non ha fatto il comandante in capo: Catello Maresca.

“Il centrodestra – ha scritto in una nota il presidente di Polo Sud – ha voluto affidare la sua nave ammiraglia ad una persona senza alcuna esperienza di navigazione politica. E al primo giro di boa l’intera coalizione sembra aver smarrito la rotta. Molti, fingendo che tutto sia in ordine, procedono in ordine sparso. Sta di fatto che la capitale del Sud da tempo non riesce a trovare un condottiero che abbia esperienza, competenza, capacità e passione”.

Come salvare il salvabile? Per Laboccetta i vertici di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, in questo momento più che mai, dovrebbero metterci la faccia: “Per evitare un mortificante affondamento, i leader del centrodestra hanno il dovere di correre a Napoli unitariamente e di coinvolgere pubblicamente coloro che possono dare un concreto contributo di idee e di organizzazione. Intervenire dopo i disastri definitivi serve a ben poco”.

“Il mio appello – ha concluso Laboccetta – è rivolto innanzitutto a Berlusconi, Meloni e Salvini. Il buon Maresca probabilmente potrà guidare un gommone quando il mare è completamente piatto. Ma bisogna indicare subito un vicesindaco di alto spessore ed una squadra di persone per una giunta di vera ripartenza. Oltre che tirare fuori le idee per un rientro autentico della Politica in città”.

Capitolo centrosinistra. Nelle fila di Azzurri per Napoli, anzichè l’ex Msi e ex Lega Vincenzo Moretto, si è candidata la figlia Romina.

Manfredi e i suoi, così, pensavano di salvare capre e cavoli: il pacchetto di voti che porta in dote la Moretto family e la salvaguardia della purezza anti-sovranista di chi si candida con l’ex rettore. 

Fatto sta che lo scrittore Maurizio De Giovanni e il senatore Sandro Ruotolo non se la sono bevuta e hanno scritto una lettera allo stesso Manfredi in cui hanno spiegato tutta la loro delusione e preoccupazione.

Nel pomeriggio, l’ex ministro del Conte 2 ha preso anche lui carta e penna e ha risposto loro non solo rassicurandoli sul conto di Moretto figlia. Ma anche puntualizzando: “Parlate di potenziali ingerenze politiche, del pericolo di applicare il manuale Cencelli, del ritorno di vecchi arnesi della politica. Vi ricordo sommessamente che, tra noi, il primo ‘non politico’ sono io…”

Un passaggio che tanto ricorda il “me ne fotto dei partiti” gridato dal suo diretto avversario, Maresca, in occasione del suo primo (e ultimo) comizio.