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Roma- La prima battaglia l’ha vinta “El pibe de oro”. Il gup di Cassino Salvatore Scalera ha dichiarato il “non luogo a procedere”, perché “il fatto non costituisce reato”, nei confronti dell’ex calciatore argentino Diego Armando Maradona, accusato di diffamazione per “aver offeso la reputazione di Equitalia spa e del suo presidente dell’epoca Attilio Befera” attraverso ripetute dichiarazioni riprese dagli organi di stampa a partire dal giugno 2012. Proscioglimento anche per il suo difensore Angelo Pisani assistito dagli avvocati napoletani Sergio Pisani e Damiano De Rosa.
L’inchiesta era nata a Roma ma il tribunale capitolino si era poi dichiarato incompetente. Gli atti quindi erano stati trasmessi alla Procura di Cassino perché un mensile locale aveva per primo ripreso una intervista nella quale l’ex “Pibe de Oro”, nell’ambito del contenzioso fiscale che lo vede impegnato da anni con l’erario per un presunto debito tributario di quasi 40 milioni di euro, chiedeva “un fisco giusto e dal volto umano”. Tra le varie dichiarazioni ritenute offensive dalla Procura c’era anche quella secondo cui l’ex numero 10 del Napoli e’ stato «vittima di una strumentale persecuzione da parte di Equitalia sulla base di documentazione falsa e di procedure irregolari che lo avevano portato vicino a gesti irreparabili, come accaduto ad altre persone».