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Napoli – Passa il Liverpool, piange il Napoli. Il finale più amaro, quello più temuto. La prima ed unica sconfitta nel girone C di Champions League ad Anfield contro i Reds è fatale per gli azzurri che scivolano in Europa League chiudendo al terzo posto. Un’eliminazione beffarda per la formazione partenopea, che partiva da prima del girone e finisce fuori dopo la sconfitta per 1-0. Bastava segnare un gol in più per strappare il pass per la qualificazione ma così non è stato.

I guantoni di Alisson sul destino europeo del Napoli, un riflesso miracoloso nel momento decisivo. C’è la firma del grande portiere sull’emozionante serata di Anfield, che costa alla squadra di Ancelotti l’eliminazione. Il super riflesso dell’ex Roma su Milik in pieno recupero è la fotografia di un’eliminazione molto amara. Una parata da tre punti, uno schiaffo fortissimo alle ambizioni dei partenopei che si ritrovano ancora una volta fuori dall’Europa che conta.

Una delusione enorme per l’attaccante polacco che ha rivissuto le immagini dell’anno scorso al Meazza contro il Milan, quando si ritrovò davanti a Donnarumma che gli negò la gioia del gol in un match fondamentale per la corsa scudetto. Arek scelse la precisione e non la potenza e fu neutralizzato dal portiere italiano e ieri gli è capitata la stessa cosa davanti ad Alisson. E’ venuto a mancare il “killer instinct“, è mancato il colpo del ko. L’ex Ajax pare non abbia ancora trovato la dimensione adatta per esplodere definitivamente. Già quest’anno, nel continuo ballottaggio con Mertens è indietro nelle gerarchie. Il polacco s’impegna, sgomita, difende bene il pallone, gira la sfera con qualità. Ha, però, un problema: non è ancora decisivo. La sensazione che, al momento, Milik non sia un centravanti che vale il livello attuale del Napoli. Ha ancora tempo davanti per non continuare la girandola di voci su ritorni pesanti o accostamenti importanti. Insomma, Arkadiusz è colpevole di non essere il numero 9 che voleva la piazza, in poche parole di non essere Edinson Cavani. Le occasioni mancate per un soffio cominciano a essere troppe per non suggerire un filo conduttore, un elemento comune che le associa e che faccia pensare a una mancanza di fondo, un difetto congenito e, a quanto pare, irrimediabile. Nelle partite da dentro o fuori la tenacia e la resistenza sono necessarie ma non sufficienti, ci vuole il coraggio di rischiare il tutto per tutto per assestare il colpo di grazia agli avversarialtrimenti si finisce per vanificare tutti gli sforzi precedenti.