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Roma – “Quando nella prima settimana di gennaio è arrivata la notizia che si stava diffondendo in Cina una infezione respiratoria non identificata e poi è scoppiata l’epidemia, le autorità cinesi hanno annunciato di aver scoperto che la causa era un nuovo virus. Di questo virus avevano già ottenuto l’isolamento e la sequenza dell’intero genoma, in tempi rapidissimi, rendendola pubblica a tutta la comunità scientifica. Allora noi ci siamo mossi subito. Ci siamo riuniti intorno a un tavolo e abbiamo pensato: ci vuole una diagnostica molecolare. Ci siamo messi a lavorare e lo abbiano fatto”.

Sono le parole della dottoressa Maria Rosaria Capobianchi, direttore del Laboratorio di Virologia dello Spallanzani, di origini napoletane, rilasciate a La Repubblica. Classe 1953, nata a Procida, è laureata in Scienze Biologiche e specializzata in microbiologia. La dottoressa Capobianchi, che lavora allo Spallanzani dal 2000, ha raccontato ai microfoni lo stress, l’impegno e le emozioni provate negli ultimi giorni.

“Tensione e attenzione al massimo. Ma vedere questa enorme collaborazione dà fiducia sul contributo dei laboratorio. Questo ci ha premiato. Sacrifici ben ripagati dai risultati e dall’apprezzamento che abbiamo ricevuto”, ha raccontato la Capobianchi.