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Napoli – Due secoli di carcere ma ben sedici assoluzioni. Il processo che avrebbe dovuto incastrare la rete del narcotraffico guidata dal ras scissionista Mariano Riccio, genero del boss Cesare Pagano, si traduce in un mezzo buco nell’acqua per la Procura. Per i 32 imputati, nel maggio scorso, la Dda aveva infatti invocato oltre quattrocento anni di carcere.

Questo, nel dettaglio, il verdetto emesso ieri pomeriggio dal gup al termine del rito abbreviato: Giuseppe Aiello, 11 anni di reclusione; Vincenzo Aletto, 20 anni; Massimo Aricò, 12 anni; Giovanni Ascione, 8 anni e 8 mesi; Carmelo Borrello, 12 anni; Giuseppe Busiello, 18 anni; Antonio Caputo, 13anni e 4 mesi; Ciro Cerqua, assolto; Giuseppe Colucci, assolto; Nunzia Crisanti, assolta; Vittorio Crisanti, 12 anni; Giuseppe De Martino, assolto; Armando Di Somma, 20 anni; Vincenzo Esposito, 6 anni e 4 mesi; Diego Ferrara, assolto; Raffaele Frascogna, assolto; Iadonisi Mario, 20 anni; Raffaele Mauriello, assolto; Michele Messina, assolto; Gaetano Milione, 9 anni; Saverio Panico (difeso da Anna Iorio e Antonietta Madore), assolto; Antonio Parolisi, assolto; Natale Perone, 12anni; Gaetano Pezzella, assolto; Alfonso Riccio, assolto; Mariano Riccio, 18 anni; Castrese Ruggiero, 18 anni; Giuseppe Sica, assolto; Giuseppe Siviero, assolto; Salvatore Stabile, 18 anni; Raffaele Tessitore, assolto; Luigi Tutino, assolto. Alla sbarra, come detto, c’era il gruppo di presunti narcos al servizio del clan Amato, che a Melito, e in particolare alla “219”, dettava legge e soprattutto smerciava droga. E c’erano tutti i personaggi ritenuti di spessore all’interno della cosca diretta dallo scissionista Mariano Riccio. Per la Dda, Riccio a parte, considerato il capo, «promotori e organizzatori erano Mario Iadonisi, Vincenzo Aletto, Armando Di Somma, Davide Tarantino, Castrese Ruggiero, Antonio Caputo, Giuseppe Siviero, Giuseppe Busiello, Salvatore Stabile, Antonio Parolisi, Gaetano Milone e Saverio Panico», disse il pm nel maggio scorso in occasione della requisitoria.