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Erano pronti a fare fuoco. Carabinieri e i poliziotti  hanno arrestati tre uomini con armi in pugno. Erano a pochi passi da dove sabato pomeriggio hanno ucciso zio e nipote del clan Nappello di Miano. Forse erano pronti ad organizzare una risposta oppure erano lì per «pattugliare» la strada. Adesso nel quartiere c’è in corso una faida per il controllo delle piazze dello spaccio di sostanze stupefacenti e le estorsioni tra il gruppo Nappello, e i Ferraro della zona di Chiaiano e Piscinola. Gli investigatori però ritengono che il duplice omicidio degli ultimi due del gruppo Nappello sia stato organizzato con l’appoggio della Masseria Cardone, ovvero del gruppo camorristico dei Licciardi che da oltre tre decenni gestisce gli affari criminali di Secondigliano. I capiclan non vogliono che una delle “piazze” di droga più fruttuose della zona, quella di via Janfolla, possa essere instabile.

Aggiornamenti

Sono finiti in carcere Luca Gallotta, 25 anni, Raffaele Petriccione, 19  anni e Alessio Sepe, 20 anni. L’arresto è avvenuto verso le 12,30 a  Miano quando due pattuglie del commissariato di polizia di Scampia e del  reparto prevenzione crimine Campania avevano intenzione di fermare una  Fiat Punto con tre ragazzi a bordo proprio in via Janfolla, uno dei  quartier generali del vecchio clan Lo Russo. Quando i poliziotti si sono  avvicinati al veicolo i tre si sono lanciati fuori dall’auto provando a  far perdere le loro tracce percorrendo strade diverse. I poliziotti si  sono messi all’inseguimento e ne hanno fermato uno, identificato nel  20enne Sepe. Due pattuglie in borghese della compagnia dei carabinieri
Vomero hanno invece continuato a tampinare gli altri due che nel  tentativo di guadagnarsi la fuga hanno puntato una pistola contro i  militari che però sono riusciti a disarmarli e arrestarli. La pistola  era una Beretta 98 calibro 9 con matricola abrasa. Adesso sarà esaminata  nel tentativo di comprendere se sia stata usata in fatti di sangue.