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Giugliano (Na) – Le ecoballe «sono una vergogna italiana, che non solo non ci possiamo permettere, ma che non abbiamo alcuna intenzione di subire». Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa intervenendo stamattina a margine di un convegno organizzato dall’Ordine dei Commercialisti di Napoli Nord, a Giugliano, comune a due passi dalla Terra dei fuochi. Costa ha dal canto suo ribadito che il Governo ha comunque confermato le risorse date alla Regione Campania nella precedente legislatura «per lavorare le ecoballe e fare in modo che vengano spostate. Ora però vogliamo vedere i risultati, la Regione deve fare il proprio dovere e con senso di responsabilità mettere in campo una pianificazione sicura, concreta, che consenta di togliere queste ecoballe». Costa assicura comunque che il ministero è «al fianco della Regione con un gruppo di esperti, già a disposizione. Non è una questione di colori e appartenenza, ma di risolvere i problemi».
 
«I commercialisti affiancheranno le società pubbliche e private nella valorizzazione del territorio a nord di Napoli. L’appello che lanciamo è quello di un intervento di bonifica certamente su quelle che sono le infrastrutture presenti sul territorio perché se riqualifichiamo il nostro territorio possiamo aumentare la distribuzione e vendita del prodotto agroindustriale che oggi è apprezzato in tutto il mondo, così come potremmo tendere ad un potenziamento dell’ospitalità turistica con le strutture alberghiere sul nostro litorale che negli ultimi trent’anni è stato completamente abbandonato, mentre un sistema di bonifiche potrebbe certamente migliorarlo e portarlo all’efficienza dei siti romagnoli. Sperando che l’intervento del ministro rappresenti per noi una nuova svolta e noi assicuriamo di essere vicini agli imprenditori in questa fase di sviluppo che è certamente importante non solo per Giugliano ma per tutto il circondario», afferma invece Antonio Tuccillo, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli Nord. «Le ecoballe sono ancora lì, malgrado gli appalti siano in gran parte partiti, malgrado l’assistenza dell’Anac e l’impegno della Regione che è fuori discussione, ma il risultato pratico non è in linea con le aspettative», conclude il presidente delll’Anac, Raffaele Cantone, che ricorda: «Quando furono stanziati i 250 milioni si disse che nel giro di pochissimo quel fiume che si vede dall’alto si sarebbe prosciugato, invece si trova ancora lì».