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Una “democrazia all’asta”. Così il gip Marco Carbone definisce l’inchiesta della Dda di Napoli (pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano), che ipotizza scambi di voto politico-mafioso per le comunali 2023 a Cercola. Le indagini sono sfociate nell’esecuzione di 7 arresti (6 in carcere, uno ai domiciliari), misure cautelari eseguite dai carabinieri di Napoli. Gli inquirenti sospettano una compravendita di voti, secondo un tariffario per le preferenze: 30 euro per il primo turno, 20 al ballottaggio. Sono 15 in tutto gli indagati. In cella sono finiti Giuseppina De Micco, 50 anni, Sabino De Micco, 25 anni, Giusy De Micco, 30 anni, Antonietta Ponticelli, 43 anni, Salvatore Capasso, 45 anni, e Pasquale De Micco, 51 anni. Domiciliari invece per Giovanni De Micco, 75 anni.

Il gip ha viceversa respinto, per carenza di gravi indizi, le richieste di misura cautelare per Antonio Silvano, candidato sindaco del centrosinistra (Pd, Europa Verde, Psi e civiche), sconfitto al ballottaggio dall’esponente del M5S, e per gli altri indagati Carmine Fico, Rosario De Francesco, Adelina Buccini, e per la posizione di Giuseppina De Micco relativa ad una sola delle contestazioni. “Contrariamente a quanto sostenuto dal Pm – scrive  il giudice nell’ordinanza di misura cautelare – dalle indagini svolte, e in particolare dalle conversazioni intercettate, non sembra allo stato essere dimostrata l’esistenza un più consistente
sistema di elargizioni, relativo al primo turno della tornata elettorale e riferibile al candidato Sindaco Silvano Antonio, per un importo di circa 20.000 euro”. Tra le persone arrestate, Sabino De Micco è consigliere di Fratelli d’Italia alla Municipalità 6 di Napoli. Nel maggio di un anno fa, Giusy De Micco si candidò invece al consiglio comunale di Cercola con Europa Verde, senza risultare eletta. Secondo le indagini, avrebbe versato 1800 euro in cambio di un pacchetto di voti, attraverso il padre Giovanni ed il fratello Sabino.

Di Europa Verde, invece, Antonietta Ponticelli sarebbe stata rappresentante della lista per le comunali di Cercola. La donna è figlia dell’ergastolano Gianfranco Ponticelli, ritenuto a capo dell’omonimo clan. Lei stessa è stata già condannata per associazione a delinquere di tipo mafioso, e per questo interdetta dai pubblici uffici e privata del diritto di elettorato. La sua nomina a rappresentante di lista, viene considerata perciò falsa dagli investigatori. La Ponticelli si sarebbe presentata con decine di deleghe, per ritirare una trentina di tessere elettorali di cittadini, i quali avevano dichiarato di averle smarrite. Le intercettazioni avrebbero inoltre permesso di “accertare l’esistenza di rapporti tra i fratelli De Micco Sabino e Giusy  – si legge nel provvedimento – con esponenti della famiglia De Micco di Caravita (quartiere di Cercola, ndr), quest’ultima legata a De Micco Salvatore“. Salvatore De Micco (non indagato in questo procedimento) è ritenuto dagli inquirenti esponente del clan Mazzarella, “braccio destro” del ras Salvatore Barile (non indagato in questa inchiesta). “L’indagato De Micco Giovanni – aggiunge il gip – da controlli anagrafici, risulta essere lo zio paterno di De Micco Salvatore“. Da sinistra a destra, la bufera giudiziaria non risparmia nessuno.