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Napoli – Nota ai più per essere stata l’ultima pianista che ha accompagnato Pino Daniele in tour negli ultimi 3 anni, Elisabetta Serio torna con un nuovo lavoro discografico a quattro mani con il pianista Lorenzo Hengeller, pubblicato dalla Sony Music e uscito lo scorso 27 novembre.

Come nasce questa idea?
 
“Nasce dall’incontro artistico con Lorenzo Hengeller, pianista napoletano noto per le sua indole sfavillante, da vero ‘mattacchione’, con uno swing-feel all’italiana. Lorenzo voleva fare un disco con me già da qualche anno e insieme cercavamo qualcosa che non fosse stato già scritto. Abbiamo pensato dapprima di tributare i nuovi classici napoletani solo con i due pianoforti e, in secondo momento abbiamo pensato che potevano essere reinterpretati dagli autori stessi
 
Scelta non facile, considerato il patrimonio artistico napoletano! come avete scelto gli autori?
 
Abbiamo stilato una lista dei desideri, i brani inizialmente erano tanti ma, per evitare di produrre Ben Hur, e per ragioni organizzative, ci siamo limitati a 9 autori
 
Come avete fatto a mettere insieme tutti gli artisti per le registrazioni?
 
Bella domanda.. come ti raccontavo prima, nella nostra wishing-list, c’era Gigi D’alessio. È stato il primo a rispondere alla nostra sfida e ci ha invitati nel suo studio a Roma. In un primo momento doveva solo cantare il suo brano ma poi, visionario e generoso, ha voluto mettere a disposizione il suo studio per le registrazioni, il fonico Roberto Rosu che ha curato benissimo il suono dei due pianoforti (due Steinway gran coda)…insomma…è finita che ha prodotto il disco!
 
Chi sono gli altri artisti presenti nel disco?
 
Il primo brano del disco è di Raiz che canta un suo brano dal titolo‘Nanninella’. A seguire Peppe Servillo con un brano degli Avion Travel ‘Primo Amore’, Gigi con la sua ‘Chiove’ (con un ritornello in 7/8) Fabio Concato con ‘la canzone di Laura’ che gli scrisse Pino nel ‘92, Stefano Bollani con un suo brano cantato magistralmente in napoletano dal titolo ‘microchip’. Enzo Gragnaniello con ‘senza voce’ , Luchè con ‘o primm ammore ‘, Franco Ricciardi con ‘Uommene’ (colonna sonora di Gomorra) e infine Pietra Montecorvino con l’intramontabile ‘sud’ (dal film “F.F.S.S.” che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?”) Ci sono anche due brani nostri. ‘Mixed by Erry’ di Hengeller, un tributo ad un personaggio, Erry per l’appunto, che negli anni ‘90 faceva compilation mixando i successi dell’epoca e ogni tanto si sentiva la sua voce piena di riverbero che diceva ‘Mixed by Erry’. Il brano da me scelto invece si chiama April ed è una composizione dedicata a mio padre che è morto nel mese di aprile di 10 anni fa”.
 
Il disco è un tributo alla Napoli di oggi. Non avete quindi tenuto conto della tradizione?
 
L’esperienza di Piano Napoli ci ricorda che esiste anche l’oggi. Reinterpretare brani di artisti napoletani contemporanei restituisce un presente, un hic et nunc che spesso viene dimenticato. E’ come se ‘ciò che fu’ acquistasse sempre più valore man mano che ci si allontana, mentre ‘ciò che è, per quanto vivo, sia più difficile da interpretare, almeno nell’immediato. Questo disco è quindi per noi un tentativo di interpretazione del presente, una virgola in un mare magnum di note e parole, dove il classico solenne riposa. La sensazione è che siamo noi i posteri del futuro”.
 
Come si può definire il genere di Piano Napoli?
 
Lo definirei ‘no-gender’ o se vogliamo, trasversale. Il nostro intento è di mettere in comunicazione mondi distanti tra di loro, a partire da me e Lorenzo, musicisti provenienti da diverse esperienze e ‘stanze sonore’. Vorremmo che il popolo entrasse nelle case di un pubblico più eurocolto e viceversa. Crediamo fortemente che si debba osare e continuare a credere nei sogni. Del resto chi si aspettava Maradona a Napoli?
 
Non tocchiamo questo tasto. Tocchiamo invece le persone a farsi un bel regalo di Natale. Dove si può trovare il disco?
 
In tutti i negozi dedicati, compresa La Feltrinelli. Ed è ovviamente presente sulle principali piattaforme digitali”.