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di Marina Cappitti

Napoli – “Si vuol fare approvare una norma che non salva il Comune di Napoli, ma ha il solo ed unico scopo di offrire un salvacondotto politico al sindaco Luigi de Magistris, un  amministratore che non è stato capace di gestire la città”.  L’emendamento salva de Magistris targato M5S-Pd da inserire nel Milleproroghe – pubblicato ieri da Anteprima24 – spacca il Movimento. I consiglieri comunali pentastellati di Napoli, Matteo Brambilla e Marta Matano vanno all’attacco dei vertici del Movimento. “Si ritiri subito il provvedimento” tuonano anche attivisti e consiglieri regionali. “La sconsideratezza e l’assurdità di tale iniziativa – affermano Brambilla e Matanoè rappresentata dal fatto che, evitando la dichiarazione di dissesto, questa amministrazione potrà presentarsi alle prossime elezioni, sbandierando risultati che non esistono mentre la città e gli uffici sono allo sbando”.

Commissariare invece significherebbe di fatto depotenziare dal punto di vista politico de Magistris in  vista delle prossime elezioni. Ecco perché nel mirino finisce Roberto Fico accusato dai duri e puri del Movimento di dialogare sotto traccia col sindaco per un’alleanza alle regionali.  A nulla serve l’intervento in mattinata del viceministro dell’Economia del M5S, Laura Castelli per gettare acqua sul fuoco. “Qualcuno dice che il Governo e la maggioranza stanno facendo una norma ad hoc per il Comune di Napoli, la nostra responsabilità è interpretare una sentenza molto importante” dice riferendosi appunto alla decisione della Corte Costituzionale di bocciare il bilancio del Comune per l’utilizzo delle liquidità anticipate, con un ricalcolo del disavanzo aumentato per questo di oltre un miliardo di euro. “Far andare in dissesto 1000 Comuni è un rischio troppo grandi per i cittadini” spiega. Ma i consiglieri comunali napoletani non ci stanno.  “Anche chi ricopre cariche di governo importanti sembra, rispetto a tale problema, come ignara vittima di insania, poiché si impegna a proporre questo ulteriore salvacondotto ma non pone per nulla in sicurezza il Comune di Napoli. Difatti i debiti resteranno tutti lì, sulle spalle dei cittadini, con la tassazione ai massimi livelli possibili, per i prossimo 40 anni ed il bilancio comunale non avrà margini di manovra per reali iniziative a beneficio della città” replicano. “Non è nemmeno sostenibile – aggiungono – che ci si stia adoperando per il bene di diversi comuni in difficoltà: quali? quanti?. La Corte Costituzionale ha chiaramente precisato, nella sentenza, in che modo le amministrazioni devono procedere. O forse, per qualcuno, anche la Corte Costituzionale è “ingiusta” o non conosce delle leggi e dell’amministrazione”. Comune a rischio default, quale sarebbe la soluzione?  “Un dissesto guidato: sindaco e Consiglio – spiega Brambillarestano solo per  l’ordinario, mentre un commissario si occuperà di gestire tutti i conti del Comune”.