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“A Napoli in questo momento si parla di 20.000 famiglie in una grave situazione di emergenza abitativa e di 15.000 nuclei familiari sotto sfratto esecutivo anche da parte della pubblica amministrazione. Di tutto un pezzo di città esclusa dal mercato immobiliare anche grazie all’enorme bolla speculativa degli affitti turistici che non è stato regolamentato”. Così Alfonso De Vito, portavoce della campagna “Diritto all’abitare”, spiega la protesta di un gruppo di cittadini di Napoli all’esterno dell’Albergo dei Poveri dove si è svolto l’incontro sul nuovo piano urbanistico della città. De Vito, assieme ad alcuni rappresentanti della protesta, ha incontrato alla fine del convegno il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, spiegando le emergenze abitative in corso.
“Non ci convince – spiega De Vito – tutta quella parte fondamentale del piano che il Comune ha presentato che si affida all’edilizia residenziale privata, perché ci chiediamo se per rispondere a una bolla speculativa che non si sta fermando, si finisca per legittimare un’ulteriore operazione di speculazione immobiliare a Napoli Est. Noi non crediamo che esista un solo caso di studio come la città di Napoli con queste condizioni sociali e di emergenza abitativa che sia stato risolto puntando principalmente sulle residenze private con una piccola percentuale di housing sociale. Siamo convinti che ci sia un bisogno di un rilancio del patrimonio pubblico e di bloccare la bolla speculativa sugli affitti brevi. Sono con noi anche gruppi di sfrattati, persone che vivono in situazioni di emergenza abitativa come a via Campania. È importante – conclude De Vito – che il sindaco si confronti con loro, perché chi vuole pensare al piano casa si deve confrontare con chi la emergenza abitativa la vive, prima ancora che con i tecnici”.