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Un boato “forte come una bomba”. In via Foria, un residente descrive gli attimi drammatici di ieri pomeriggio a Napoli. In una traversa, via Peppino De Filippo, l’esplosione in un terraneo. La stanza era adibita a deposito di un ristorante. Il tragico bilancio: un morto e quattro feriti. Una donna è ricoverata in codice rosso, precipitata dall’abitazione al primo piano. L’ha travolta il crollo del solaio. La fuga di gas è la pista privilegiata dagli investigatori della Polizia di Stato. Ma a 24 ore di distanza, negli occhi della gente si legge ancora lo sgomento.

“Dopo il boato -racconta l’uomo, un 42enne – si è vista una nuvola grigia, si sentivano urla disperate”. Il residente rivela anche altri particolari, precedenti all’esplosione. Elementi comunque da riscontrare nelle indagini. “Circa mezz’ora prima – spiega – mia suocera è passata vicino allo stabile crollato, diceva di sentire una puzza”. Poi la deflagrazione, e qui non si è capito più nulla. La forza d’urto ha investito cose e persone. Lo spostamento d’aria ha mosso gli oggetti nelle case. Divelta anche una pesante finestra di un albergo. L’hotel affaccia su via De Filippo, a pochi metri dal disastro.

E sotto choc è una signora che lavora in un Caf. Al momento del botto, era con alcuni clienti. I vetri del locale sono andati in mille pezzi. Enorme la paura, ma ferite solo lievi. E tra lo spavento, si insinua anche il dolore. La vittima, Giovanni Scala, lo conoscevano tutti. “Bravissima persona, un ragazzo di qua, pensava solo a lavorare” dice un uomo anziano. Gli fa eco un coetaneo, parlando anche della donna ferita. “Pensavamo non ce l’avesse fatta, per fortuna l’hanno estratta viva” racconta. E restano le sensazioni dei minuti di terrore. Nessuno riferisce dell’odore di gas, nei frangenti del caos. Piuttosto c’era “molta polvere“. “Mi fischiano ancora le orecchie” ammette uno. E i ricordi resteranno fissati a lungo nella memoria.