Erano accusati di avere commissionato alla camorra un’estorsione ai danni di un imprenditore nell’ambito di una presunta controversia legata a lavori edili mai completati: il gup di Napoli Gabriella Iagulli, accogliendo le tesi presentate dal collegio difensivo, oggi ha deciso di prosciogliere da tutte le accuse contestate i coniugi Massimo Damiano e Roberta Fallace (difesi dall’avvocato Luciano Fotios Meletopoulos) e Lucia Basile (difesa dall’avvocato Giovanna Cacciapuoti) per i quali la Dda aveva chiesto e ottenuto anche delle misure cautelari.
Secondo gli investigatori i tre sarebbero stati i mandanti della richiesta estorsiva, tesi da subito contestata dagli avvocati: a parere degli inquirenti i tre, avvalendosi del cartello criminale Mazzarella-Buonerba-Caldarelli, avrebbero rivolto due diverse richieste estorsive, da 30mila e 3.500 euro, all’imprenditore che venne anche picchiato.
“Siamo molto soddisfatti – hanno dichiarato i due avvocati – perché finalmente la giustizia ha liberato tre persone innocenti da accuse gravi e infamanti mosse nei loro confronti solo per tornaconto personale. Il giudice dell’udienza preliminare dottoressa Iagulli ha finalmente posto fine a una vicenda triste che aveva portato addirittura all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dei nostri assistiti che si ribadisce non avevano mai dato mandato ad alcuno per recuperare i loro soldi”.
Nel corso del complesso iter giudiziario il tribunale del Riesame di Napoli aveva annullato le misure cautelari emesse dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea nei confronti dei tre indagati e anche la Cassazione aveva poi dichiarato inammissibile il ricorso presentato dagli inquirenti, avverso alla decisione adottata dal tribunale della Libertà.
Nel frattempo sette indagati sono stati giudicati, anche con pene pesanti, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato mentre contestualmente alla sentenza di proscioglimento che riguarda Damiano, Fallace e Basile, il gup ha deciso di rinviare a giudizio gli ultimi due indagati i quali, il 18 settembre 2025, dovranno presentarsi davanti alla Prima Sezione penale del Tribunale di Napoli (collegio A).
Secondo gli investigatori i tre sarebbero stati i mandanti della richiesta estorsiva, tesi da subito contestata dagli avvocati: a parere degli inquirenti i tre, avvalendosi del cartello criminale Mazzarella-Buonerba-Caldarelli, avrebbero rivolto due diverse richieste estorsive, da 30mila e 3.500 euro, all’imprenditore che venne anche picchiato.
“Siamo molto soddisfatti – hanno dichiarato i due avvocati – perché finalmente la giustizia ha liberato tre persone innocenti da accuse gravi e infamanti mosse nei loro confronti solo per tornaconto personale. Il giudice dell’udienza preliminare dottoressa Iagulli ha finalmente posto fine a una vicenda triste che aveva portato addirittura all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dei nostri assistiti che si ribadisce non avevano mai dato mandato ad alcuno per recuperare i loro soldi”.
Nel corso del complesso iter giudiziario il tribunale del Riesame di Napoli aveva annullato le misure cautelari emesse dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea nei confronti dei tre indagati e anche la Cassazione aveva poi dichiarato inammissibile il ricorso presentato dagli inquirenti, avverso alla decisione adottata dal tribunale della Libertà.
Nel frattempo sette indagati sono stati giudicati, anche con pene pesanti, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato mentre contestualmente alla sentenza di proscioglimento che riguarda Damiano, Fallace e Basile, il gup ha deciso di rinviare a giudizio gli ultimi due indagati i quali, il 18 settembre 2025, dovranno presentarsi davanti alla Prima Sezione penale del Tribunale di Napoli (collegio A).