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Napoli – L’allarme sonoro non ha funzionato come doveva domenica 25 agosto quando dal carcere napoletano di Poggioreale è evaso Robert Lisowski, il polacco accusato di omicidio, catturato poi il giorno dopo non lontano dal penitenziario. Non solo la sua abilità a ricavare una corta con tre strisce della larghezza di una decina di centimetri e lunga due metri, che le ha nascoste usandole come copricapo, ma anche il malfunzionamento del sistema d’allarme. Questo quanto emerge dalle inchieste del Dap e della Procura sulla clamorosa evasione. Erano 48 i detenuti che si stavano recando a messa sorvegliati da sette agenti ma Lisowski è riuscito a nascondersi dietro a un muretto e poi ha raggiunto il terrazzo della chiesa e da lì è saltato nel vuoto per oltre tre metri. Poi da lì sarebbe balzato su un pianerottolo di un metro e si sarebbe calato con la corda indisturbato.