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Napoli – Dispositivi hi-tech venduti generando una spaventosa evasione dell’Iva, sequestro record sull’asse Napoli-Lucca-Slovenia. I militari della guardia di finanza di Napoli e Lucca hanno eseguito all’alba di oggi un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Napoli Nord per un ammontare di 83.658.177 euro quale profitto illecito di una maxi-frode perpetrata nel settore della commercializzazione di prodotti tecnologici e informatici.
L’operazione si sviluppa nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord diretta da Francesco Greco. Sono inoltre ancora in corso operazioni di perquisizione e sequestro sull’intero territorio nazionale riguardanti numerose persone e, in particolare sei società. Nell’ambito di queste attività le fiamme gialle hanno dato, inoltre, esecuzione anche a due European Investigation Order, ordine di indagine europeo che consente la raccolta transnazionale delle prove nel contesto dell’Unione, emessi dalla magistratura slovena. La complessa attività investigativa – inizialmente condotta dalla Procura della Repubblica di Lucca e successivamente trasferita, per competenza territoriale, alla Procura della Repubblica di Napoli Nord – ha consentito di individuare un’organizzazione strutturata, con base nel territorio campano, finalizzata all’evasione fiscale attraverso il meccanismo della cosiddetta “frode carosello”.
La frode, stando a quanto accertato dagli uomini della Finanza, sarebbe partita da Luca ma i soggetti che l’avrebbero architettata sono tutti originari di Napoli e hinterland, Caserta e Avellino. Le società, invece, erano state create in Slovenia. I dispositivi (smartphone, tablet e pc) veniva poi piazzati sul mercato con un ribasso di circa il 10 per cento rispetto al circuito legale. Secondo la ricostruzione accusatoria avvalorata dal gip nel provvedimento di sequestro, il meccanismo fraudolento prevedeva la produzione di un vorticoso giro di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, per un importo di circa 500 milioni di euro, attraverso una filiera di società fittizie costituite appositamente, legalmente amministrate da persone risultate essere poi dei meri prestanome.
Al fine di individuare le condotte illecite perpetrate dagli indagati sono state attivate articolate investigazioni mediante intercettazioni telefoniche e rogatorie internazionali con Malta, Slovenia, Croazia ed Estonia, laddove avevano sede le società fornitrici, adoperate per l’attuazione della frode fiscale. All’esito dell’attività internazionale espletata tramite il coordinamento di Eurojust è stata creata un’apposita squadra investigativa comune tra la guardia di finanza e la polizia slovena, la cui stretta collaborazione ha consentito di portare alla luce la colossale “frode carosello” internazionale, per la quale sono state denunciate all’autorità giudiziaria italiana 49 persone, indagate per reati tributari, con l’aggravante della transnazionalità, quali l’emissione di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, l’omessa dichiarazione, la distruzione e l’occultamento di documenti contabili e per bancarotta fraudolenta.