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A Poggioreale, come in altri istituti penitenziari, vi è un sistema di controllo con la videosorveglianza per l’interno e per l’esterno; inoltre, vi è la ronda intorno alle mura del carcere: mi chiedo, ha funzionato tutto alla perfezione?“. Così all’ANSA il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello.
“In ogni caso la questione – aggiunge – non è solo di numeri, vale a dire della necessità di aumento degli agenti di polizia penitenziaria – pur necessario e doveroso dopo anni di promesse – ma di rimotivazione di questi operatori, stanchi, demotivati e, per una larga parte, anziani, impegnati in un lavoro difficile e complicato“.
In Campania su 15 istituti penitenziari ci sono 4.442 agenti di polizia penitenziaria – prosegue Ciambriello – ma, purtroppo, ogni giorno, compreso oggi, risultano dagli 800 agli 850 in permesso per malattia e per altri motivi“. Il problema, secondo Ciambriello, “non si affronta riducendo le attività per i detenuti – ludiche, religiose, ricreative – ma mettendo in campo iniziative e favorendo l’attività di più figure sociali all’interno delle carceri per allentare la tensione e contribuire a creare un clima sereno“.
A Poggioreale vi è la presenza – la più alta in Italia – di volontari, circa 190, che svolgono attività e progetti in favore dei detenuti“. Ricorda, infine, il garante: “Il vecchio motto degli agenti era ‘Custodire per rieducare’; il nuovo, invece, innovativo e profetico, è ‘Infondere speranza’. In questo senso il nuovo motto è più adatto alla loro missione e in linea con la Costituzione“.