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Il Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha smantellato un’associazione per delinquere dedita al traffico di ingenti quantitativi di tabacchi lavorati esteri contraffatti e notificato sette misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati (due in carcere e cinque ai domiciliari). Uno dei componenti la banda ha precedenti specifici ed è storicamente legato a una delle famiglie napoletane più attive nel contrabbando di sigarette. Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, hanno consentito di fare luce sulla realizzazione di uno stabilimento occulto, nell’area industriale di Bernate Ticino (Milano), che sarebbe stato in grado di produrre due tonnellate di sigarette al giorno con i marchi contraffatti di note aziende produttrici. L’associazione, che aveva la sua base operativa a Napoli, stava reclutando manodopera straniera specializzata nell’assemblaggio e nella messa in opera dei sofisticati macchinari necessari alla produzione illecita, alcuni dei quali di recente fabbricazione.
AGGIORNAMENTO – Era organizzata in maniera tale che ciascun aspetto venisse curato nei minimi particolari l’associazione a delinquere finalizzata alla produzione delle sigarette “contraffatte” con i marchi Chesterfield, Rothmans e Winston, scoperta e sgominata dalla Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli.
Il gip di Napoli Federica Colucci ha disposto l’arresto in carcere per Gennaro Troncone e Antonio Grieco, di 46 e 55 anni, e i domiciliari per Emanuele Surian, 44 anni, Mario Milo, 42, Carmine Grassi, 59, Montemurro Francesco, 54, e per Armando Martusciello, di 51 anni.
Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza il ruolo di capo dell’associazione a delinquere era Gennaro Troncone mentre a fargli da braccio destro era Antonio Grieco. Mario Milo, invece, sempre secondo gli inquirenti, si sarebbe occupato della logistica, dell’allestimento della fabbrica, ed è risultato essere il titolare di una società cui è intestato il contratto di locazione del capannone a Bernate Ticino, nel Milanese, che doveva ospitare la fabbrica clandestina di sigarette con i marchi contraffatti. Anche Surian si sarebbe occupato della logistica insieme con la ‘cura‘ degli operai. A lui era stato delegato il compito di reperire e predisporre la manutenzione dei macchinari. Montemurro aveva il compito di trovare il tipografo che doveva realizzare i pacchetti e le scatole con i marchi contraffatti della sigarette, mentre Martusciello, collaboratore di Troncone, si sarebbe dovuto occupare della logistica, del trasporto e dello stoccaggio delle sigarette contraffatte che venivano custodite in un’abitazione nella sua disponibilità. Il reato di associazione a delinquere viene infine contestato anche a Carmine Grassi, titolare di una tipografia.